PADOVA – Premessa: intervistare un arbitro di basket, anche non su domande specifiche e “di campo”, è operazione piuttosto complessa e che richiede tempo. L’intervistatore, ottenuto il via libera dal presidente Fip regionale, può rivolgere le domande all’intervistato: che però, a sua volta, deve sottoporle al vaglio del presidente regionale del Cia veneto (Commissione arbitri) e da questo ottenere anche il definitivo ok alle risposte. Intervistare Helmi Tognazzo, prima che dovere, è comunque un piacere. Il 25enne arbitro padovano è stato promosso: potrà arbitrare in Lega2 ed A1 Femminile. Parliamo di un “fischietto” che, facendosi apprezzare per competenza e capacità relazionale da tutte le componenti (giocatori, allenatori e dirigenti), ha bruciato le tappe. Dopo aver giocato fino all’U16 nelle giovanili Virtus Tognazzo, tre anni fa premiato agli “Oscar del Basket Padovano”, a soli 16 anni era stato chiamato ad arbitrare in serie D (una promozione successiva è stata congelata, o meglio rimandata, perché non ancora maggiorenne).

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Che soddisfazione ha provato, sapendo della promozione?
«É stata una grande soddisfazione, dopo una stagione lunga ed impegnativa che mi ha portato a raggiungere i miei obiettivi. Molta emozione, ripensando da dove sono partito: le prime partite di giovanili e tutti i colleghi con cui ho condiviso le prime esperienze sui campi. Soddisfazione che mi dà molta energia e voglia di imparare anche in quella che vivo come la prossima sfida».

Arbitrare ai massimi livelli è una pressione in più (viste le immagini-video, l’interesse dei media, i tifosi) o comunque si resta sempre e solo concentrati sulla propria partita?
«È sicuramente una pressione maggiore, data dall’importanza della gara e dall’ambiente circostante; ma è una cosa che si impara a gestire con l’esperienza. Nel momento in cui sei in partita, però, sei concentrato solo su quello che devi fare e molto spesso dimentichi quanto c’è attorno. Anche se, non lo nego, è sempre molto bello arbitrare in palazzetti “caldi” e sentire la spinta di tanti tifosi».

Che impressione fa arbitrare una squadra o un giocatore padovano (in A2 ne troverà diversi)? Si riesce a parlare e/o scherzare prima della palla a due?
«Se li conosco personalmente, ci scambio quattro chiacchiere volentieri quando c’è l’occasione prima della gara. Poi, però, nel momento in cui si scende in campo ognuno mantiene il proprio ruolo».

Qual’è stata finora la partita più difficile da arbitrare e la più… curiosa?
«Gare complicate finora ce ne sono state; ed altre ce ne saranno sicuramente in futuro. Quelle degli ultimi play off sono state tra le più impegnative ed importanti che ho fatto (quasi certamente un’anticamera della promozione, ndr). Una gara che ricordo con piacere, invece, è stata la mia prima fuori regione: a Reggio Calabria, il mio primo anno di serie B».

L’auspicio è che Helmi Tognazzo possa rinverdire presto i fasti di alcuni colleghi arbitri. La Padova del basket vanta, tra i pionieri, Rino Pavanello in seguito per decenni vice-presidente della Virtus; ed in tempi più recenti, Tiziano Zancanella che diresse la semifinale delle Olimpiadi di Sidney 2000 e l’altro internazionale Pierluigi D’Este che, veneziano di nascita, era nel GAP di Padova (un padovano d’adozione, Salvatore “Sasà” Passaro ora addetto agli arbitri in Virtus, ha diretto diverse amichevoli di serie A ed internazionali ma non in campionato). Sul suo modello, non ha dubbi: «Ci sono molti arbitri a cui mi ispiro e cerco di “rubare” qualcosa, che mi possa far crescere e migliorare. In questi anni, una persona che mi ha aiutato molto e continua a farlo è Stefano Gallo (arbitra in B ed A2 Femminile dove ora è salito il 2002 Filippo Cavinato, ndr): con lui ho condiviso molte belle trasferte negli ultimi tre anni. È un importante punto di riferimento per il Gap Padova: lo chiamiamo “il Maestro”».