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(Il Sole 24 Ore Radiocor) -Le Borse europee si muovono in calo, in scia al selloff dei titoli tecnologici a Wall Street (Palantir, Oracle, Advanced Micro Devices e Nvidia tra i peggiori performer). Gli investitori continuano a monitorare gli sviluppi dei negoziati per una soluzione di pace in Ucraina, che vede diversi nodi da sciogliere, a partire dalle garanzie di sicurezza per Kiev. Sale intanto l’attesa per il simposio di Jackson Hole dove il presidente della Federal Reserve Jerome Powell dovrebbe aprire la porta a un taglio dei tassi di interesse a settembre. Fra i trader si consolidano le scommesse su un taglio di 25 punti base nella prossima riunione: eventualità indicata dall’85%, in base ai future di mercato elaborati da Cme FedWatch. Intanto, in serata (20 italiane) saranno pubblicati i verbali dell’ultima riunione della banca centrale americana. Sul fronte macroeconomico, a luglio nel Regno Unito l’inflazione ha registrato un aumento dello 0,1% mensile e del 3,8% annuo; in Germania i prezzi alla produzione in Germania sono diminuiti dello 0,1% mensile (-1,5% annuo).

In questo contesto, dopo i guadagni della vigilia, con Piazza Affari ai massimi dal 2007, il FTSE MIB viaggia sotto la parità. Sull’azionario è ancora in calo Leonardo – Finmeccanica , mentre resistono in positivo le utility con Snam Rete Gas e A2a in testa.

Si rafforza il dollaro. In recupero il petrolio

Sul valutario, si rafforza il biglietto verde, con l’euro a ridosso di quota 1,16 (da 1,1668 ieri in chiusura). Recupera il petrolio, dopo i cali della vigilia, con il Brent oltre i 66 dollari al barile. In cauto rialzo il gas ad Amsterdam .

Tokyo chiude a -1,5%, pesano i dazi Usa sull’export del Giappone

Chiusura in calo per la Borsa di Tokyo, con il Nikkei che ha lasciato sul terreno l’1,5%. A livello congiunturale si registra la terza flessione mensile consecutiva (-2,6% a luglio conotro le attese per un -2,1%) per le esportazioni giapponesi, a fronte dei dazi imposti dall’amministrazione Trump che continuano a penalizzare le merci del Sol Levante sul primo mercato di sbocco all’estero. Le piazze cinesi sono invece contrastate. La Banca centrale cinese (Pboc) ha mantenuto invariato al 3% il Loan prime rate (Lpr) a un anno, il tasso offerto dagli istituti di credito alla clientela migliore che agisce come riferimento per quelli applicati agli altri prestiti. La decisione della Pboc, che segue alla limatura di 10 punti base decisa nello scorso mese di maggio, ha incluso la conferma al 3,5% del tasso primario sui prestiti Lpr a cinque anni, il tasso benchmark per l’erogazione dei mutui immobiliari.

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