La vicenda giudiziaria sulla morte di Matthew Perry, amatissimo protagonista di «Friends» scomparso per overdose nel 2023, arriva a un punto di svolta: Jasveen Sangha, soprannominata la «regina della ketamina», ha scelto di dichiararsi colpevole.
Con questa decisione, si chiude l’ultimo capitolo dell’inchiesta che ha scosso Hollywood. Tutti e cinque gli imputati coinvolti hanno ormai raggiunto un accordo con i procuratori federali, definendo così il quadro processuale.
APPROFONDIMENTI
Le accuse
Sangha era accusata di reati molto gravi: associazione a delinquere finalizzata al traffico di ketamina, gestione di un locale legato allo spaccio, possesso di metanfetamine e ketamina con intento di distribuzione, oltre a cinque capi specifici per traffico di ketamina. In teoria rischia fino a quarantacinque anni di carcere, ma l’ammissione di colpa potrebbe ridurre sensibilmente la pena, che verrà stabilita in un’udienza già fissata. Accanto a lei, il principale imputato era il medico Salvador Plasencia, che aveva già trovato un accordo con la procura a giugno. In precedenza, altri tre indagati – il dottor Mark Chavez, Kenneth Iwamasa ed Erik Fleming – avevano scelto la via della collaborazione, fornendo dichiarazioni utili a rafforzare le accuse contro Sangha e Plasencia.
Il ritrovamento
Matthew Perry era stato trovato morto dal suo assistente nella sua abitazione di Los Angeles il 28 ottobre 2023. L’autopsia aveva stabilito che la causa del decesso fosse un’overdose di ketamina, sostanza utilizzata in campo medico ma sempre più diffusa come droga ricreativa. La scomparsa dell’attore, a soli 54 anni, aveva lasciato un vuoto profondo tra i fan e nel mondo dello spettacolo. Con l’ammissione di Sangha, il lungo percorso giudiziario sulla sua morte sembra oggi giungere a conclusione.