A spasso per Milano ph. @dunsany65 IG
500 negozi in meno in un anno. E il trend sembra perfino in aumento. Secondo i dati della Camera di Commercio, i negozi al dettaglio in città sono passati da 11.024 nel 2023 a 10.556 nel 2024. E le prime stime per il 2025 sembrano mostrare scenari ancora peggiori. Ma quali sono le zone più colpite?
# Allarme rosso per l’abbigliamento
A spasso per Milano – ph. @dunsany65 IG
Iniziamo dai comparti che presentano il maggior numero di serrande abbassate.
Al primo posto c’è l’abbigliamento: in un anno si è passati da 532 a 464 negozi. Oltre un punto vendita su 10 ha chiuso negli ultimi mesi. Molto colpiti anche le gioiellerie (-24 negozi), Maglieria, biancheria e camicie (-22 negozi), Calzature (-21 negozi). Ma quali sono le zone più in crisi?
# Più colpita l’Area C: c’entra la chiusura del centro?
A spasso per Milano ph. @dunsany65 IG
La rivincita della periferia. Almeno per quanto riguarda la crisi dei negozi. Per una volta, infatti, le zone più lontane dal centro soffrono di meno, registrando il 21,2% di chiusure. Mentre il centro segnala il 27,5% di negozi chiusi, quindi un +30% di serrande abbassate rispetto alla periferia. Un dato che accende un allarme rosso su due questioni: prezzo degli affitti e restrizioni per il traffico. Restrizioni che sono state annunciate in aggravamento con l’introduzione dell’Area C a pagamento anche per il fine settimana. Per molti il colpo del KO sui locali. Ma nello specifico, quali sono le strade che segnalano il maggior numero di chiusure?
# Le tre strade più colpite
Credits Roberto Lorenzetti FB – Cordoli ciclabile Corso Buenos Aires
Sempre secondo i dati diffusi, sono tre le strade. Due in area C e l’altra oggetto di politiche molto restrittive contro il traffico automobilistico:
3. Via Torino. Molte insegne si spengono. Però presenta anche un rapido ricambio.
2. Via Mazzini. La via del centro che mostra più negozi vuoti
- Corso Buenos Aires. La strada che segnala la maggior presenza di locali sfitti.
L’Area C di Milano presenta dati record a livello regionale (dove la media delle chiusure si attesta attorno al 24%). Tra le cause: gli alti costi degli affitti e il forte calo di compratori, soprattutto di quelli (la maggioranza per i grandi acquisti) che si recano sul punto vendita in automobile. Sono gli stessi commercianti a denunciare le politiche anti-auto: «a fare shopping non si va in bici».
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