I vertici capi di Stato maggiore della Nato si riuniscono oggi in videoconferenza per discutere le garanzie di sicurezza per l’Ucraina, nell’ambito degli sforzi per porre fine alla guerra scatenata dalla Russia. L’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone ha riferito che, insieme ai 32 vertici della Difesa, ai colloqui partecipa anche il generale statunitense Alexus Grynkewich, comandante supremo alleato in Europa. Venerdì scorso, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin in Alaska e lunedì ha ospitato il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy alla Casa Bianca. Da questi incontri non sono emersi progressi concreti. Gli alleati europei di Kiev stanno cercando di istituire una forza in grado di sostenere qualsiasi accordo di pace e i vertici militari stanno valutando come potrebbe funzionare questa forza di sicurezza.
Trump sta cercando di indirizzare Putin e Zelensky verso un accordo a più di tre anni dall’invasione russa, ma ci sono ostacoli importanti. Tra questi, le richieste dell’Ucraina di garanzie militari sostenute dall’Occidente per assicurarsi che la Russia non organizzi un’altra invasione nei prossimi anni. “Abbiamo bisogno di solide garanzie di sicurezza per assicurare una pace veramente sicura e duratura”, ha dichiarato Zelensky in un post su Telegram mercoledì, dopo che attacchi missilistici e droni russi hanno colpito sei regioni dell’Ucraina durante la notte. Gli alleati europei di Kiev stanno cercando di istituire una forza in grado di sostenere qualsiasi accordo di pace, e la Coalizione dei volenterosi, 30 Paesi tra cui Paesi europei, Giappone e Australia, si è unita per sostenere l’iniziativa. I vertici militari stanno valutando come potrebbe funzionare questa forza di sicurezza. Il ruolo che potrebbero svolgere gli Stati Uniti non è chiaro. Martedì Trump ha escluso l’invio di truppe statunitensi per aiutare a difendere l’Ucraina dalla Russia. La Russia ha ripetutamente affermato che non accetterà truppe NATO in Ucraina. Gli attacchi contro aree civili a Sumy e Odessa, avvenuti durante la notte tra mercoledì e venerdì, hanno ferito 15 persone, tra cui una famiglia con tre bambini piccoli, hanno affermato le autorità ucraine. Zelensky ha riferito che gli attacchi “non fanno che confermare la necessità di fare pressione su Mosca, la necessità di introdurre nuove sanzioni e tariffe finché la diplomazia non funzionerà al massimo delle sue potenzialità”.