Kiev continua a rispondere ai continui attacchi russi bombardando il suo principale ingresso economico: le raffinerie di petrolio. Mosca non si è placata neanche dopo il vertice di Ferragosto con Trump in Alaska, ma l’Ucraina prosegue con la strategia della guerra energetica. Martedì nella regione occupata di Zhaporizhzhia, un forte incendio provocato da altri droni ucraini aveva dato alle fiamme almeno 30 vagoni di un treno merci carico di benzina: sul colpo ne erano stati presi 9, ma il divampare dell’incendio ha decimato anche gli altri.
Poco prima, un attacco di droni kamikaze a lungo raggio ha colpito una raffineria nei pressi della grande città di Volgograd, distruggendo gli impianti di produzione e incendiando diversi serbatoi di carburante. La zona era già stata colpita da droni ucraini all’inizio e a metà di agosto, prima in corrispondenza di una stazione ferroviaria e poi nei confronti della stessa raffineria di martedì. La strategia di Kiev sta creando non pochi problemi al Cremlino, primo fra tutti i picchi del prezzo interno della benzina.