Idealmente a metà strada tra due pilastri come Febbre da Cavallo e Una Notte Da Leoni, arriva il nuovo film comedy diretto da Alessio Maria Federici e prodotto da QMI che dimostra che è possibile fare un film divertente – attenzione, si ride diverse volte – con qualche nota sottilmente dolente senza adoperare neppure uno dei componenti del famigerato “circolino romanocentrico del cinema” che spesso evoca Francesca Fagnani a Belve.

Il film, disponibile su Netflix a partire dal prossimo 27 agosto – a pochi giorni dalla prima di campionato – con la simbolica durata di 90 minuti (incluso recupero, specificano nel comunicato) – è con Giacomo Ferrara, Silvia D’Amico, Francesco Russo, Enrico Borello, Antonio Bannò e Caterina Guzzanti, e con la partecipazione di Diletta Leotta, Pierluigi Pardo, Giuseppe Pastore, Daniele Orsato, Riccardo Gentile, Valeria Angione e Leonardo Pavoletti, ed è anche la dimostrazione che è possibile fare un film onesto con un product placement importante, come peraltro si insegna nei libri di storia del cinema, basta inserire l’elemento nella trama con coerenza.

Il Fantacalcio diventa così il gancio che consente ai protagonisti, tutti alle prese con esistenze precarie, di vivere una parentesi di cazzeggio e passione dove concentrare “tutta la voglia di vincere ciò che siamo realmente: delle persone orribili”.

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Ma la passione per questo gioco di ruolo può averli portati a commettere un delitto? È ciò che cerca di scoprire la biondissima giudice Caterina Guzzanti mentre interroga Simone (Giacomo Ferrara), trentenne sceneggiatore fallito che dorme sul divano di “pora nonna”, nonché improbabile sospettato per la misteriosa scomparsa del fraterno amico Gianni (Enrico Borello). Gianni è anche il campione in carica della Lega Fantacalcio “Mai una gioia” nella quale da anni si riunisce un gruppo di amici sgangherati.

Il giorno del suo matrimonio – e dell’ultima, decisiva giornata di campionato – Gianni non si è presentato all’altare e, cosa ancora più strana, non ha messo la formazione. Le surreali indagini coinvolgono tutta la folle comitiva, inclusa Andrea (Silvia D’Amico), l’ultima arrivata della lega, che forse nasconde più di un segreto. Dalla chat di gruppo si scatena il delirio: insulti, accuse, screen compromettenti… e una quantità sostanziosa di minacce di morte. È possibile che qualcuno abbia davvero fatto del male a Gianni?

Ogni maledetto Fantacalcio

Oltre allo sceneggiatore perdente Simone, interpretato da Giacomo Ferrara, che con quei baffi ricorda Milo Ventimiglia in This Is Us e come lui infila una dolcezza malinconica nel suo personaggio, c’è Gianni (Enrico Borello in gran forma dopo l’allenamento kung fu di Mainetti) che sta per sposarsi, il ragazzo padre ricercatore Nicola (Francesco Russo) con un ménage familiare tutto da ridere, Antonio Bannò nei panni dell’avvocato gay Federico – ruolo scritto e interpretato abbondantemente al di fuori dei cliché, vivaddio – l’enorme Peter Pan del gruppo, Jacopo (Francesco Giordano) e persino l’hikikomori Francesco (Giacomo Bottoni) che da oltre 7 anni non esce dalla sua stanza a casa dei genitori. La storia è prevalentemente al maschile, ma si notano nei ruoli femminili, oltre alla collaudata Silvia D’Amico nei panni di Andrea, Bianca (Francesca Agostini) moglie abbandonata sull’altare da Gianni e la compagna cinica e controllante di Nicola, Assunta (Valeria Angione).

Le reference abbondano, e si colgono citazioni da I Soliti Ignoti e da Friends, mentre la regia riesce a tenere tutto insieme per descrivere onestamente il passaggio epocale dei trent’anni di “un gruppo di disertori che a forza di scappare dalla vita dormono da 15 anni sul divano”. Bella la fotografia, a tratti cupa come in un thriller e coerente la scrittura che inizia e chiude la storia con un senso. Non succede mica sempre.