Uno dei temi forti legato a ogni edizione dei Giochi Olimpici Invernali è rappresentato dal “fattore campo” nelle discipline del budello, ovverosia bob, slittino e skeleton. Generalmente, il Paese organizzatore gode di un vantaggio determinato dalla conoscenza più approfondita del contesto. Banalmente, avendo la pista a disposizione, vi ci si può allenare più degli altri, acquisendo un know-how impareggiabile.
Sarà così anche per l’Italia a Milano Cortina 2026? Oppure i ritardi nella (ri)edificazione della struttura avranno come conseguenza quella di non fornire alcun apprezzabile beneficio agli atleti azzurri? La domanda è legittima, ma essa non può avere una risposta certa e neppure esaustiva.
Di certo, se la pista fosse stata finita un anno fa, gli italiani avrebbero avuto molto più tempo a disposizione per conoscerla. Però, ormai, è andata come è andata. Anzi, bisogna baciarsi i gomiti e ringraziare che la pista ci sia! È dunque necessario fare di necessità virtù e sfruttare al massimo ciò che si ha a disposizione.
Gli italiani stanno pianificando il loro lavoro. Le prime discese sono previste a inizio ottobre e, da lì, si proseguirà senza soluzione di continuità fino ai Giochi. Si sfrutteranno anche le varie pause tra le gare di Coppa del Mondo per cimentarsi nel budello che, a febbraio 2026, assegnerà le medaglie.
Se tutto andrà come deve andare, le discese azzurre più di quelle avversarie non saranno moltissime, ma neppure così poche. L’importante sarà farle con metodo e concentrazione, in maniera tale da assimilare i segreti della pista. Si spera solo che non vi siano ulteriori imprevisti nel percorso di avvicinamento ai momenti cruciali.