Nils Politt spiega il suo atteggiamento verso gli attaccanti nella sedicesima tappa del Tour de France 2025. Molto criticato per i gesti plateali avuti nei confronti in particolare degli uomini della Movistar che stavano cercando di portare via una fuga, il tedesco aveva ricevuto molti commenti contrari sia dagli addetti ai lavori, molti dei quali suo ex colleghi, che da parte degli spettatori. In particolare era sembrato intimidatorio nei confronti di alcuni membri del gruppo nel suo modo di fare, anche se poi all’arrivo il suo capitano Tadej Pogacar aveva sottolineato come la sua squadra non era interessata alla tappa, rendendo così ancor più inspiegabile l’atteggiamento del tedesco, che effettivamente dopo che era partita la fuga aveva tirato il gruppo con un ritmo abbastanza tranquillo, concedendo molto spazio ai coraggiosi di giornata.

Il tedesco ha dunque risposto ieri ai microfoni di Sporza riguardo quello che era successo e le sue ragioni: “Non era niente di speciale. Volevamo controllare gli attacchi, e c’era una fuga con un minuto e venti secondi di vantaggio – sottolinea, aggiungendo che Pogacar si era fermato per un bisogno naturale poco prima di questi attacchi, a circa 110 chilometri dall’arrivo – È la Maglia Gialla e dopo di lui si è fermata metà gruppo. Tadej e io siamo stati i primi corridori a tornare nel gruppo, poi hanno ricominciato ad attaccare, ma c’erano ancora 30-40 corridori dietro”.

Il tedesco sottolinea come il suo atteggiamento era dunque in difesa di una regola non scritta: “Mi è sempre stato insegnato che la gara si calma quando la Maglia Gialla si ferma per urinare. Nessuno attaccava in quel momento. Ma a quanto pare, dobbiamo ancora imparare una nuova regola”.

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