Il senatore Avs: “Aumento dell’indice dei prezzi al consumo preoccupa”
LECCO – L’ISTAT ha pubblicato i dati dell’inflazione e dell’indice dei prezzi al consumo del mese di luglio 2025. L’inflazione, pur rimanendo stabile all’+ 1,7%, aumenta dello 0,4% rispetto al mese di giugno.
Ma ciò che preoccupa è l’aumento dell’indice dei prezzi al consumo. Il costo dei generi alimentari non lavorati (carne fresca +4,9%, frutta fresca + 8,8%, verdura fresca +3,1%, escluse le bevande alcoliche) è aumentato in media del 5,1% rispetto a luglio 2024. Il costo dei generi alimentari lavorati (succhi di frutta, insaccati, prodotti surgelati) è aumentato del 2,8% rispetto a luglio 2024. I servizi vari (istruzione, servizi medici, per l’assistenza, finanziari, professioni liberali, funebri, veterinari, assicurativi privati connessi alla salute), registrano un aumento dello 0,6% rispetto a giugno 2025 e del 2,2% rispetto a luglio 2024; Il costo dei trasporti registra un aumento medio dello 0,9%.
Per i beni ad alta frequenza di acquisto (generi alimentari, bevande alcoliche e analcoliche, tabacchi, spese per l’affitto, beni non durevoli per la casa, servizi per la pulizia e manutenzione della casa, carburanti, trasporti urbani, giornali e periodici, servizi di ristorazione, spese di assistenza), si registra un incremento del 2,3% rispetto a luglio 2024. “L’inflazione sale, ma soprattutto cresce il costo di generi alimentari lavorati e non lavorati. Aumentano i costi dei servizi vari, dei trasporti e dei beni ad alta frequenza di acquisto. I dati ISTAT di luglio lo confermano: il costo della vita aumenta, mentre i salari restano fermi. Questa è la realtà dei fatti – commenta il senatore di Alleanza Verdi Sinistra, Tino Magni -. Dopo quasi tre anni di governo Meloni, continua l’erosione del potere d’acquisto di lavoratori e pensionati”.