Sono i fantasmi delle nostre città: immigrati irregolari, senza documenti né identità, che vagano ai margini della società e, quando perdono la testa, si trasformano in bombe umane. Il precedente più drammatico resta quello di Adam Kabobo, il ghanese che l’11 maggio 2012 seminò il panico a Milano uccidendo a colpi di piccone tre passanti inermi. Il Gup lo condannò a vent’anni, riconoscendogli la seminfermità mentale “tenuto conto della gravità della patologia accertata”. Non le attenuanti generiche, perché si legge nelle motivazioni “la condizione di emarginazione sociale e culturale dell’imputato” era già stata considerata come concausa della malattia. La rabbia di Kabobo nasceva da “un mondo che non lo accoglieva e non soddisfaceva le sue primarie esigenze di vita”.

Sempre a Milano, lo scorso anno, un altro immigrato clandestino ha scritto una nuova pagina di violenza gratuita. Hasan Hamis, marocchino di 37 anni con precedenti e due decreti di espulsione mai eseguiti, ha accoltellato il poliziotto Christian Di Martino alla stazione di Lambrate. Descritto come “molesto e in forte stato di agitazione”, “in evidente stato psichico alterato e non collaborativo”, anche lui era formalmente irregolare in Italia da anni. Stesso copione anche a Trieste: all’ospedale di Sessa Aurunca, un immigrato africano ha ucciso un paziente di 77 anni. Charles Opoku Kwasi, ghanese di 31 anni, ricoverato nel reparto psichiatrico per gravi deficienze mentali, si è scagliato a mani nude su Luca Toscano, uccidendolo con ferite alla testa. Opoku Kwasi era già noto alle forze dell’ordine con un permesso di soggiorno negato nel 2013. Il paradosso italiano è sotto gli occhi di tutti: ordini di espulsione ignorati, raptus sanguinari che devastano vite, e una giustizia che tra attenuanti culturali e diagnosi psichiatriche continua troppo spesso a voltarsi dall’altra parte.

Risse, violenze, degrado e spesso droga. Ieri l’ultimo caso.

In manette è finito un 35enne di origini senegalesi, con a casa mezzo litro di droga dello stupro. Sbarcava il lunario facendo il pr in una discoteca ma è arrivata una duplice denuncia di due ragazze finite nella sua rete. Accuse di violenza sessuale. E ora è in cella.