“Ci sono cose che nessuno ti dirà, sei nato e morto qua, sei nato e morto qua… nato nel Paese delle mezze verità”. Fascia ancora in testa, zaino in spalla e un sorriso a 40 denti. All’uscita dai cancelli del Pit (il sottopalco, ndr) della Live Arena dello Sport Village adolescenti, ma non soltanto, continuavano a rappare in comitiva le parole di Fibra. I cinquantenni e passa, prima di recuperare l’auto nel vasto parcheggio, soffermandosi un istante e sorridendo si salutavano così: “Bro’, ci troviamo in giro allora”.

Fabri Fibra, il rapper milanese che ieri sera si è esibito alla Live Arena, ha saputo concretamente unire, collegare, mettere sullo stesso piano generazioni diverse e distanti: quelle di genitori e figli adolescenti, ad esempio. Tanto durante il concerto, quanto all’uscita dal teatro all’aperto. Un teatro pienissimo che ha risposto fin dalla prima canzone al ripetuto invito di Fibra: “Agrigento voglio sentirti rappare…”, “Agrigento saltiamo…”. Esortazioni lanciate durante la critica hip hop della società contemporanea, ossia mentre veniva intonata “Pamplona”.

Mani al cielo dall’inizio alla fine del concerto: è stato il delirio. E non soltanto fra gli adolescenti e i giovani, arrivati da ogni paese dell’Agrigentino e da fuori provincia, ma anche fra mamme e papà (tantissimi) che hanno accompagnato i figli e che si sono lasciati trascinare rappando i ritornelli delle hit: “Tutti vogliono un fenomeno, tutti vogliono un fenomeno… ma se poi diventi un fenomeno cadi a terra in questo domino”.

Un’onda di voci, urlate a squarciagola, che è durata fino a “Stavo pensando a te”. L’intera Live Arena ha intonato: “Perché mi sentivo strano sai… perché stavo pensando a te… stavo pensando che non avremmo mai dovuto lasciarci”.

E se qualche genitore si è intrufolato – pagando il biglietto naturalmente – nel Pit, per non perdere d’occhio la figlia teenager rigorosamente in short e mini top, nelle tribune c’erano anche tanti cinquantenni non “costretti” dai figli a partecipare e ad assistere al concerto, ma presenti alla Live Arena dello Sport Village per vivere una serata diversa, all’insegna della spensieratezza. Ribattendo silenziosamente che non si è ancora, affatto, vecchi. Del resto il rapper milanese è loro coetaneo e non può che avere ragione quando canta, lo ha fatto anche ieri sera, “Mutui, rate… è la vita che ci prende a fucilate…”.

Nell’area sottopalco anche giovani coppie, con bambini di 5 o 6 anni al seguito. E mentre i piccoli, dopo essersi guardati intorno a lungo, hanno iniziato a saltare così come richiesto da Fabri Fibra, mamma e papà quelle canzoni le sapevano tutte e le hanno urlate al cielo: “Che gusto c’è se tutti stanno sempre meglio di te… da Porto Cervo fino a Saint Tropez, ma che bellezza guarda il cielo si illumina… magari esplode, che gusto c’è?”.

La Live Arena dello Sport Village, viabilità compresa (regolata dalla polizia municipale), ancora una volta non ha deluso. Si è confermata – e non soltanto per gli adulti che lo sapevano già, ma anche per le migliaia di adolescenti che già alle 17,30 (il concerto è iniziato alle 21,30, ndr) erano davanti ai cancelli – come l’unica, vera, grande possibilità di vivere l’estate a ritmo di musica. Quella che piace di più, quella che sa materializzare uno dei tanti significati dei concerti: unire.

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