Si allontana l’ipotesi di un incontro PutinZelensky. Il presidente ucraino: «Nessun bilaterale senza l’accordo sulle garanzie». E Donald Trump, riferiscono funzionari della Casa Bianca al Guardian, ha deciso di fare un passo indietro nella mediazione RussiaUcraina. Ma intanto afferma, in un’intervista al Todd Starnes Show: «Entro due settimane sapremo» se ci sarà pace in Ucraina «in un modo o nell’altro. Dopodiché, forse dovremo adottare una strategia diversa».

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato la Russia di volersi sottrarre alla «necessità» di organizzare un incontro con il presidente Vladimir Putin per trovare una soluzione alla guerra provocata dall’invasione russa. «Al momento, i segnali inviati dalla Russia sono semplicemente indecenti. Stanno cercando di evitare la necessità di organizzare un incontro», ha accusato Zelensky nel suo discorso quotidiano sui social media.

Intanto i leader europei stanno discutendo di una garanzia di sicurezza per l’Ucraina, promossa da Giorgia Meloni, che impegnerebbe gli alleati di Kiev a decidere entro 24 ore se fornire supporto militare al Paese in caso di un nuovo attacco da parte della Russia. 

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La posizione di Zelensky. Prima di incontrare Vladimir Putin, Volodymyr Zelensky attende le linee guida delle garanzie di sicurezza da parte dell’Occidente per Kiev. Ma Mosca respinge totalmente qualunque ipotesi di garanzia basata sull’isolamento della Russia e ribadisce che non accettera la presenza di truppe Nato in Ucraina. E intanto, dunque, Donald Trump fa un passo indietro nei negoziati e, secondo quanto riporta il Guardian, intenderebbe lasciare a Zelensky e Putin l’organizzazione dell’incontro, senza svolgere direttamente un ruolo. Trump avrebbe detto ai suoi consiglieri nei giorni scorsi che ospitera un trilaterale solo dopo che questi si saranno incontrati.

Le parole di Lavrov. «Dopo il vertice tra Russia e Stati Uniti in Alaska, dove sono stati compiuti progressi significativi nel definire i contorni e i parametri concreti di una soluzione, i paesi europei hanno seguito l’esempio di Zelensky a Washington e li hanno cercato di promuovere la loro agenda, che mira a costruire garanzie di sicurezza sulla logica dell’isolamento della Russia, dell’unione del mondo occidentale con l’Ucraina al fine di continuare la politica aggressiva e di confronto, di contenimento della Federazione Russa, con l’obiettivo, ovviamente, di infliggerci una sconfitta strategica, cosa che, naturalmente, questo non puo suscitare in noi alcun sentimento se non quello di totale rifiuto», lamenta il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov.

La situazione sul campo. Secondo l’aviazione ucraina, Mosca ha utilizzato 574 droni e 40 missili nelle ultime ore. Attacchi che hanno causato due morti, uno a Kherson e un altro a Lviv, nella parte occidentale del Paese, solitamente meno colpita dai bombardamenti. Zelensky vuole comprendere «l’architettura delle garanzie di sicurezza entro sette-dieci giorni». Una volta fatto questo, dichiara, «dovremmo avere un incontro bilaterale tra una o due settimane». A seconda dei risultati, il presidente americano potrebbe poi partecipare a un incontro trilaterale con i due leader, secondo Zelensky. 

Il piano Meloni. Un piano di garanzie di sicurezza per l’Ucraina, ispirato all’articolo 5 della Nato, che impegnerebbe gli alleati di Kiev a decidere entro 24 ore se fornire sostegno militare, economico e politico al Paese nel caso di un nuovo attacco da parte della Russia. È la proposta avanzata ai suoi omologhi europei dalla premier Giorgia Meloni. La proposta italiana, che equivale a una clausola di difesa collettiva simile a quella della Nato, ma che non comporta l’effettiva adesione all’Alleanza, è una delle numerose opzioni al vaglio e, spiegano le fonti, nasce dal riconoscimento che l’ingresso di Kiev nella Nato resta al momento impraticabile.


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