Per amore del figlio, Daniel Day-Lewis è tornato al cinema: Anemone, un dramma familiare diretto e co-sceneggiato dal figlio Ronan debutterà al New York Film Festival il 26 settembre e da ottobre nelle sale nordamericane. La produzione ha diffuso uno scatto ‘first look’ in cui il 68enne attore che otto anni fa aveva annunciato l’addio definitivo alla recitazione appare di profilo, capelli e baffi brizzolati.

Il film, di cui Daniel ha scritto con Ronan il copione, è il primo dopo Il Filo Nascosto di Paul Thomas Anderson: nel cast con Day-Lewis figurano Sean Bean (il Boromir del Signore degli Anelli di Peter Jackson), Samantha Morton, Samuel Bottomley e Safia Oakley-Green.

Anemone esplora le complesse relazioni tra fratelli, padri e figli, attraverso un percorso emotivo di riconciliazione, redenzione e il tentativo di sanare ferite dimenticate.
Ambientato nel nord dell’Inghilterra, il film inizia con un uomo di mezza età (Bean) che lascia la casa nei sobborghi per avventurarsi nei boschi e ritrovare il fratello eremita (Day‑Lewis). I due sono legati da un passato complesso e misterioso in un rapporto intriso di tensione ma anche di tenerezza, spiega la sinopsi ufficiale, secondo cui la relazione familiare “è stata profondamente segnata da eventi violenti, personali e politici, accaduti molti anni prima”.

Nel 1917, subito prima che uscisse Il Filo Nascosto, Day-Lewis aveva dato addio a Hollywood con l’idea che sarebbe stato per sempre, non come nel 1997, dopo aver girato Il Boxer di Jim Sheridan, quando scomparve per mesi a Firenze come apprendista del maestro calzolaio Stefano Bemer prima che Martin Scorsese riuscisse a ripescarlo per Gangs of New York.

Ronan, un pittore di 27 anni la cui madre è Rebecca Miller (la figlia di Arthur Miller), e’ cresciuto all’ombra di questi miti. Lo stesso Daniel ha avuto un padre eccellente e difficile, il poeta irlandese Cecil Day-Lewis, morto quando lui aveva appena 15 anni. Day-Lewis ha cominciato a recitare a 14 anni con la particina di un vandalo in Domenica Maledetta Domenica ed è arrivato al successo con la “doppietta” del bullo di strada Johnny in My Beautiful Laundrette e l’aristocratico esteta Cecil di Camera con Vista, entrambi del 1985. Considerato una leggenda per l’intensità della recitazione, la versatilità e la meticolosità con cui ha preparato ogni ruolo – dalle avventure epiche alla Ultimo dei Mohicani al dramma d’epoca L’Età dell’Innocenza di Scorsese – aveva imparato il ceco per la parte del medico playboy nell’Insostenibile Leggerezza dell’Essere e si era confinato in sedia a rotelle per il ruolo dell’artista paralitico Christy Brown, film che gli aveva portato il primo Oscar nel 1989, seguito da quello per Il petroliere del 2007 e infine per Lincoln di Steven Spielberg del 2012. Tre statuette da miglior attore e tre nomination: per In nome del padre del 1993, dieci anni dopo per Gangs of New York e nel 2018 per Il Filo Nascosto. 

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