Alessandro Gassmann ha portato in Dante Balestra un mix di carisma, empatia e ironia, rendendo il personaggio un punto di riferimento per gli studenti della serie. In un’intervista a TV Sorrisi e Canzoni, l’attore ha rivelato di essere stato un pessimo studente, descrivendo la scuola come un ambiente “coercitivo e punitivo”. Questo vissuto personale ha influenzato profondamente la sua interpretazione: “Dante è il professore che avrei voluto avere, capace di ascoltare e ispirare”. Gassmann ha anche raccontato che suo figlio Leo, durante il liceo, ha avuto un insegnante di filosofia che lo ha segnato positivamente, offrendo all’attore un’ispirazione indiretta per costruire il personaggio.


La filosofia come chiave di lettura

Per calarsi nel ruolo di Dante, Gassmann si è immerso nello studio di filosofi come Immanuel Kant, che ha definito il suo preferito per la sua “intransigenza e profondità“, ha dichiarato a Repubblica. La sua preparazione non si è limitata alla sceneggiatura, ma ha incluso un lavoro per rendere la filosofia accessibile, in linea con la scrittura di Sandro Petraglia, che usa i pensatori come guida per affrontare i dilemmi degli studenti. Nell’episodio “Thoreau: Un pianeta da salvare“, il riferimento a Henry David Thoreau si traduce in una lezione sull’ambientalismo e sull’urgenza di agire per il pianeta. “Dante è un professore attore, deve catturare l’attenzione”, ha spiegato, sottolineando come il suo background teatrale lo abbia aiutato a rendere credibili le lezioni.


Sul set con i giovani talenti

Uno degli aspetti più interessanti del lavoro di Gassmann è stato il rapporto con il cast giovane, tra cui Nicolas Maupas (Simone) e Damiano Gavino (Manuel). In un’intervista a Vanity Fair Italia, l’attore ha elogiato la “generazione sorprendente” dei colleghi più giovani, definendoli una fonte di ispirazione. Sul set, si è creato un clima di collaborazione: una scena cruciale vede Dante, Simone e Manuel salvare Luna (Claudia Pandolfi) da una tentata violenza sessuale. Gassmann ha lavorato intensamente per rendere credibile l’aspetto protettivo del professore, attingendo alla sua esperienza di padre: “Ho cercato di immaginare cosa farei per proteggere mio figlio in una situazione del genere.”

Il cambio di regia e l’eredità di D’Alatri

La seconda stagione di Un professore ha affrontato un cambiamento significativo con la perdita del regista Alessandro D’Alatri, che aveva diretto la prima stagione e con cui Gassmann aveva collaborato anche in I bastardi di Pizzofalcone. La regia dell’episodio “Thoreau: Un pianeta da salvare” è passata ad Alessandro Casale, che ha mantenuto lo stile emotivo e dinamico della serie.