Dalle nomine ai vaccini, protagonisti del surriscaldamento climatico agostano sono stati la Lega e Forza Italia

ROMA – La Presidente del Consiglio ha speso gli ultimi giorni spendendosi in prima persona nelle trattative americane per cercare la pace tra Putin e Zelensky ma Giorgia Meloni è stata anche costretta a registrare le intemperanze estive della sua maggioranza che hanno animato la politica agostana. Protagonisti del surriscaldamento climatico sono stati la Lega e Forza Italia che se le sono suonate di santa ragione svariando sin dall’inizio dell’estate dai temi etici a quelle decisamente più prosaici delle nomine. 

L’ultimo pesantissimo scontro ha visto duellare il titolare del ministero delle Infrastrutture e Trasporti (Mit), Matteo Salvini, e il governatore siciliano di Forza Italia, Renato Schifani, ed è scoppiato sulla nomina del successore di Pasqualino Monti alla guida dell’Autorità portuale della Sicilia occidentale. Come riportato nella precedente edizione di questo giornale, il Mit ha indicato l’ex eurodeputata Annalisa Tardino facendo insorgere l’area siciliana di Forza Italia. 

Sul suo profilo infatti, secondo più fonti, c’era il veto di Schifani per cui la nomina di Tardino non è stata concertata come avrebbe dovuto essere. Durissima la reazione della Regione che ha annunciato l’impugnazione del decreto di nomina anche per “mancanza di requisiti soggettivi”. Mossa che non ha turbato il ministero salviniano: la nomina “risponde a tutti i requisiti come accaduto positivamente in tutte le altre Regioni d’Italia. 

Se questa è una guerra di nomine ben più importante è quanto sta succedendo intorno al ministro Orazio Schillaci dopo la revoca alla commissione vaccini di due esponenti considerati vicini all’area no-vax. Anche qui Salvini ha attaccato il ministro che è stato invece difeso nelle sue scelte da Forza Italia: “Dirsi dubbiosi sull’obbligo vaccinale non penso sia antiscientifico, penso sia di buon senso”.

Naturalmente in questo caso il problema tocca più profondamente Fratelli d’Italia che ha contestato apertamente il ministro tecnico, peraltro espresso proprio dal partito di Meloni. Non a caso sul tema è tornata anche la segretaria del Pd, Elly Schlein, che ha allargato il fuoco all’intero sistema sanitario nazionale: “Schillaci non faccia la foglia di fico di un governo che non crede né alla sanità pubblica, né pare troppo convinto sulla scienza. Perché non alza la testa anche quando il governo taglia le risorse per la sanità pubblica?”.

Anche sulle risorse le idee di Lega e Forza Italia divergono. Se Salvini batte forte sulla rottamazione delle cartelle (“è una priorità e la porteremo a casa”), Tajani preme per ridurre le tasse al ceto medio: “Forza Italia sarà protagonista della battaglia contro la pressione fiscale che, nonostante l’azione di governo, è ancora troppo alta. Bisogna avere il coraggio di prendere l’ascia e tagliare”. 

La lista delle frizioni estive è comunque lunga. Se ne trova traccia già a fine luglio quando Forza Italia tentò il rilancio del provvedimento chiamato Ius scholae. Si aprirono giorni e giorni di botta e risposta con la Lega: da una parte Tajani accusava l’alleato di non aver nemmeno letto la proposta di legge; dall’altra Matteo Salvini replicava invocando misure ancora più restrittive di quelle attuali.