La sorella dell’alpinista racconta, inoltre, che in quest’ultima occasione, “dal campo base mi raccomandavano di esortarlo a scendere e l’ultima volta che l’ho sentito mi aveva garantito che il giorno dopo l’avrebbe fatto”. Purtroppo, però, nonostante l’uomo abbia provato a farlo, il meteo non glielo ha permesso. Ora, sottolinea Patrizia, “si trova in una sorta di caverna di ghiaccio a 6900 metri di quota, il che rende molto complesso il recupero della salma. Il governo kirghiso e quello italiano, con cui sono in contatto costante tramite l’ambasciata e il consolato, stanno facendo un grande lavoro per riportare a casa Luca”. “Era avventuroso ed è morto facendo ciò che amava. Ci stiamo aggrappando a questo”, conclude la donna.