Venerdì Israele ha vietato l’ingresso nel paese al sindaco di Barcellona, Jaume Collboni, che questa sera sarebbe dovuto arrivare in aereo a Tel Aviv per visitare nei prossimi giorni Gerusalemme e la Cisgiordania (a cui non si può accedere senza l’autorizzazione di Israele, anche se si entra dalla Giordania). Il ministero dell’Interno israeliano ha motivato la sua decisione dicendo che Collboni aveva «diffamato» Israele e aveva partecipato ad «azioni di boicottaggio» nei suoi confronti. Insieme a lui sarebbero dovuti partire alcuni funzionari della sua amministrazione e giornalisti, a cui il visto per ora non è stato revocato.

Lo scorso maggio Collboni aveva interrotto i rapporti del comune di Barcellona con Israele (come avevano fatto altri politici locali in diversi paesi europei, fra cui l’Italia) e il suo gemellaggio con la città di Tel Aviv. La stessa decisione era stata già presa dall’ex sindaca Ada Colau a febbraio del 2023, ma quando Collboni era stato eletto a novembre dello stesso anno la sua amministrazione li aveva ripristinati, fino alla decisione di pochi mesi fa, arrivata dopo dure critiche verso Israele per l’invasione della Striscia di Gaza.

Collboni ha detto che il viaggio serviva a conoscere meglio la realtà palestinese in Cisgiordania (che assieme alla Striscia di Gaza è uno dei due territori amministrati de entità palestinesi) e a stringere nuove relazioni con le amministrazioni locali, con l’idea di sviluppare nuovi progetti oltre a quelli già finanziati dal suo comune, specialmente attraverso l’UNRWA, l’agenzia dell’ONU che si occupa di fornire assistenza umanitaria ai profughi palestinesi. Avrebbe anche dovuto incontrarsi con due organizzazioni per i diritti umani israeliane a Gerusalemme, fra cui B’Tselem, che a fine luglio aveva accusato Israele di star commettendo un genocidio nella Striscia di Gaza, e con il primo ministro palestinese Mohammad Mustafa. Collboni sarebbe poi andato a visitare le città di Ramallah e Betlemme, in Cisgiordania, dove era stato invitato dai rispettivi sindaci, e uno dei campi per rifugiati palestinesi gestito dall’UNRWA ad Amman, in Giordania.