Una conferenza stampa al Comune di Terni per affrontare il tema dei servizi sanitari del territorio. L’assessore al welfare Viviana Altamura e il vicesindaco Riccardo Corridore sono intervenuti stamattina – venerdì 22 agosto – nell’aula consiliare di Palazzo Spada, con un focus sulla questione della salute mentale e della mancanza di strutture idonee a trattare i soggetti fragili.
Ad aprire gli interventi è stato il vicesindaco Corridore: “L’amministrazione sta portando a compimento il proprio programma elettorale. Anche in ambito sanitario, pur non essendo una competenza prettamente comunale, ci siamo spesi molto per l’ospedale di Terni. Lunedì 25 agosto è previsto un incontro tra il sindaco e la presidente Proietti sul tema. Se verranno messi a disposizione i fondi, siamo pronti come Comune a realizzare il nuovo ospedale: a noi bastano 200 milioni, non ne servono 500.
Si continua anche ad attaccare il progetto stadio-clinica. Dai cinque stelle arrivano solo fandonie, non hanno capito nulla sulla convenzione. La conferenza dei servizi regionale ha mandato avanti il progetto, riconoscendone l’interesse pubblico e i posti di sanità convenzionata da assicurare al territorio di Terni. Se la Regione torna in dietro andrebbe di fronte a un’ingente azione risarcitoria.
Ora siamo pronti ad affrontare anche nuove questioni che non hanno ancora una soluzione, come quelle legate alle strutture sanitarie e socio-assistenziali. È importante sottolineare l’assenza delle Rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza). Diversi episodi di cronaca recente mostrano la gravità della situazione, mancano strutture idonee a tutelare questi soggetti”.
È poi intervenuta specificatamente sul tema dei servizi sanitari l’assessore Altamura: “Il problema della salute mentale è centrale nella mia azione amministrativa. Mancano strutture sanitarie dedicate e le famiglie sono costrette a contribuire economicamente, quando invece si tratta di pazienti che dovrebbero essere tutelati interamente dal sistema sanitario nazionale. In Umbria non esiste neppure una Rems. Paghiamo altre regioni per ospitare questi pazienti, mentre ci sono persone che restano in lista d’attesa anche per più di un anno.
Si tratta di soggetti fragili che restano a carico delle famiglie, lasciate sole e in difficoltà. Servono strutture-ponte in grado di sostenere i nuclei familiari in questo delicato processo di transizione, che può durare anche molti mesi. In tali periodi i pazienti vengono seguiti dai centri di salute mentale, che assicurano supporto farmacologico e servizi sociali, ma ciò non basta. Le famiglie non riescono a gestire da sole queste situazioni e senza strutture adeguate esiste il rischio che le persone possano fare del mase a se stesse o agli altri.
Come Comune ci siamo resi disponibili a ospitare una Rems sul nostro territorio, anche Perugia ha dato la propria apertura. È una necessità che non può più essere rinviata e attendiamo presto una risposta dalla Regione.
Un altro tema drammatico è quello dell’elevato tasso di suicidi in carcere, spesso legati a problematiche psichiatriche: anche qui mancano strutture idonee a trattare i casi. Occorre rivedere le regole e garantire maggiori tutele alle persone con gravi disturbi mentali”.