Matteo Milan arriva alla Groupama-FDJ. Giusto qualche giorno fa, dopo che era uscita la news di questo passaggio dalla continental della Lidl-Trek alla WorldTour francese, ne avevamo parlato col diretto interessato. Adesso invece andiamo oltre e in qualche modo già lo portiamo in Francia.
A fargli da Cicerone è Lorenzo Germani, l’italiano del team: Lorenzo che proprio in questi giorni purtroppo non se la sta passando benissimo. Il ciociaro ha dovuto lasciare anzitempo il Tour du Limousin a causa di una caduta nella quale ha riportato problemi alle costole e una forte botta all’inguine. Nonostante questo non ha perso la voglia (e il buonumore) per accogliere Matteo Milan.
Tra l’altro la foto d’apertura che ritrae Lorenzo col microfono in mano è perfetta per l’occasione. Quel giorno, era la tappa finale del Giro d’Italia, lo speaker lo chiamò giusto per presentare la sua squadra, i suoi compagni al pubblico romano. Chi avrebbe mai detto che quello scatto sarebbe stato premonitore?
Matteo Milan (classe 2003) ha firmato un triennale con la Groupama-FDJ Tours (foto Paris Tours Espoirs)
Matteo Milan (classe 2003) ha firmato un triennale con la Groupama-FDJ Tours (foto Paris Tours Espoirs)
Lorenzo, tu sei qui alla Groupama-FDJ già da diversi anni, sei ormai quasi un veterano, visto le rotazioni che ci sono. Che squadra è la Groupama per un ragazzo che arriva e vuole fare bene?
Una squadra che ti permette di crescere con, tra virgolette, la giusta pressione. Nel senso che non c’è quella pressione che deve esserci per forza: il risultato prima di tutto. In alcune squadre si sente questo tipo di stress, intenso, che viene posto dai direttori o da chi dirige. Invece a noi viene messa la pressione giusta dal punto di vista della crescita.
Qual è la giusta pressione?
Secondo me è quella che ti fa crescere, perché se uno dà tutto non c’è bisogno di mettergli pressione in più. Quando gareggi dai tutto te stesso, perché la prima cosa che vuoi è il risultato personale. Prendere la pressione in modo negativo non fa altro che peggiorare la situazione psicologicamente. Matteo troverà un ambiente molto familiare, sia a livello di staff che dirigenziale, e al tempo stesso molto professionale. Qui si vede molto l’aspetto umano, soprattutto con i giovani: la crescita è la parte più importante.
Insomma è la squadra ideale…
Per me sì, perché potrà fare certe corse, avere i suoi spazi. Qui un’opportunità alla fine c’è sempre e, ripeto, non avrà uno stress eccessivo.
Tu ci raccontasti del centro della vostra squadra? C’è una vera e propria sede: immagini che lui al primo anno ci starà parecchio?
No, Matteo essendo nel WorldTour non è obbligato a stare lì.
Ma magari una settimana gliela consiglieresti per entrare nel mood della squadra, anche se non è nella Continental?
Sinceramente no, perché il clima e i percorsi per allenarsi non sono super… Almeno per tempi prolungati. Anche se le strade sono belle. Magari gli potrebbe essere comodo inizialmente per qualche aspetto legato allo staff, ma non penso gli sia necessario. Lì ci sono gli uffici degli allenatori e i ragazzi della continental, ma al di fuori di questo non ci vedo tutta questa utilità.
Convivialità, ambiente familiare e professionalità: Matteo Milan troverà tutto ciò secondo Germani (foto Instagram)
Convivialità, ambiente familiare e professionalità: Milan troverà tutto ciò secondo Germani (foto Instagram)
Lorenzo, torniamo al discorso della giusta pressione: tradotto poi in concreto che cosa è? Non è il diktat “devi vincere la Sanremo” o andare forte per forza, ma obiettivi alla portata?
Esatto, ci sono obiettivi concreti. Magari non sarà bello da dire, ma è vero che in alcune corse sappiamo già chi vince o quasi. Alcune volte è giusto andare in gara sapendo dove ti collochi. Sapendo qual è il “tuo posto”. A quel punto sai anche quale obiettivo è fattibile. E su quello punti, piuttosto che pensare di spaccare il mondo e ritrovarti con un pugno di mosche in mano.
Tu conosci un po’ Matteo Milan?
No, e a memoria penso che non abbiamo mai corso insieme. Da quando ho saputo che sarà alla Groupama-FDJ c’è stato uno scambio di follow reciproco, però non abbiamo ancora parlato. Magari ci vedremo a Besancon, sede del team. Posso dire che sono davvero contento che sia venuto con noi e di avere dopo tanti anni un compagno di squadra italiano. Certo in Italia siamo un po’ distanti per allenarci insieme. Lui è del Nord e io sono parecchio più giù (Germani vive a Cassino, in provincia di Frosinone, ndr)
Da un punto di vista tecnico pensi che con la vostra bici, la Wilier, Matteo si troverà bene? Lui è uno grosso, potente…
La nostra è una bici (la Wilier Filante, ndr) molto versatile, quindi adatta a qualsiasi situazione. È abbastanza leggera e allo stesso tempo aerodinamica e rigida. Soprattutto le ruote sono molto rigide e vanno bene dappertutto. E questo per uno come lui è importante. Matteo può stare tranquillo: a livello di materiale trova componenti che gli si addicono.
Sicuramente Matteo sarà chiamato a fare qualche corsa della Coppa di Francia. In questo senso cosa gli vuoi dire?
Penso che siano le corse molto adatte al suo profilo. Da quello che ho visto è veloce, ma tiene sui percorsi un po’ più duri. Quindi ottimo direi… In più, avendo disputato parecchie gare di categoria .2 si troverà bene, sia dal punto di vista altimetrico che tattico.
Matteo Milan, rispetto al fratello Jonathan è più “passista” e meno velocista. Non a caso eccolo lo scorso anno agli europei gravel (foto Instagram)
Matteo Milan, rispetto al fratello Jonathan è più “passista” e meno velocista. Non a caso eccolo lo scorso anno agli europei gravel (foto Instagram)
Lorenzo, che consiglio ti senti di dargli per approcciare al meglio la Groupama-FDJ?
Io la vedo come una squadra molto aperta e familiare ed è una cosa che a me piace. Quindi il consiglio è di integrarsi bene e in fretta, perché danno grande importanza all’aspetto umano. E’ importante anche che sappia parlare francese, tanto più che si è impegnato per tre anni. Deve fare uno sforzo a livello di lingua. Se lo ritroverà e sarà anche più sereno.
E’ una squadra dove se hai un problema, magari una tattica su cui non sei d’accordo, un fraintendimento, un problema con la bici… lo puoi dire in modo sincero oppure è meglio tenerselo?
Può stare tranquillo e parlare. Qui sono aperti al dialogo. E’ importante per entrambi, per lui e per la squadra, perché alla fine l’interesse è che il corridore vada forte. Se una cosa può aiutarlo ad andare più forte è tutto a suo vantaggio.
Ultima domanda. Ma la pasta ormai la fanno bene? Può stare tranquillo Matteo Milan?
Sì, sì… i cuochi la fanno bene. Mi hanno detto che è arrivato uno nuovo che la scuoce un po’, ma appena lo becco lo metto in riga!