di
Daniela Polizzi e Andrea Rinaldi

Il mercato registra movimenti di titoli su Piazzetta Cuccia: interesse di imprenditori, family office, società di risparmio e fondi

Azionisti in pressing sul ricambio al vertice di Mediobanca dopo la bocciatura delle nozze con Banca Generali all’assemblea di Piazzetta Cuccia. Ora la strada dell’Ops di Mps sull’istituto milanese è spianata, ma bisognerà attendere il termine dell’8 settembre.

Nel frattempo a Siena si lavora, il vertice di Mps guidato dal ceo Luigi Lovaglio con il presidente Nicola Maione starebbe già selezionando il profilo del nuovo ceo di Mediobanca. Il nuovo banchiere dovrà avere il consenso di tutta la struttura e sostenerla: due fattori indispensabili per consentire poi la messa a terra del piano di integrazione tra i due istituti. Altra qualità richiesta sarà la capacità di svolgere un ruolo di collante con gli azionisti, recuperando quel ruolo di «cinghia di trasmissione» con i soci , mancato negli ultimi cinque anni ad Alberto Nagel: l’idea è di superare le conflittualità e aprire una fase di collaborazione.



















































I possibili candidati

Il nome che circola è quello di Mauro Micillo, responsabile Imi-Cib di Intesa Sanpaolo assieme a quello di Marco Morelli, presidente di Axa Im e già ceo di Mps mentre per il ruolo di presidente si specula sull’ex ministro ed advisor Jp Morgan Vittorio Grilli e Luigi De Vecchi, già chairman per l’Europa  nella divisione Corporate & Investment Banking di Citi.

Negli ultimi cinque anni in cui – va notato – la natura di Mediobanca e lo scenario attorno e sopra di essa sono cambiati profondamente. A cominciare da due investitori come Delfin e il gruppo Caltagirone, diventati soci di peso al fine di imprimere un cambiamento di paradigma in Mediobanca, non senza puntarvi molte risorse. E farne una realtà più grande, con maggiore accento internazionale: insomma una investment bank di rilievo.

Come d’altronde era la visione di Leonardo Del Vecchio e dello stesso Francesco Gaetano Caltagirone quando hanno inizio a comprare azioni Mediobanca. Tra Nagel e i nuovi azionisti l’intesa non è mai scoccata, nel frattempo a questi ultimi si sono affiancati altri soci che hanno invece condiviso i loro progetti.

Chi compra

Un po’ quello che sta accadendo con l’ops di Monte Paschi, dove manager e advisor sono impegnati ad arrivare «dritti alla meta», puntando sull’apprezzamento degli investitori che stanno passando ordini di acquisto. I pacchetti di titoli in costruzione sono vicini al 3% e afferiscono tutti a soggetti intenzionati a diventare azionisti istituzionali: fondi stranieri, hedge, family office, asset manager e anche imprenditori. Gli arbitraggisti danno l’ops ormai fatta già al 35% e tutti scommettono sul potenziale di una Mps «sposata» e che magari un domani potrebbe guardare anche a Banco Bpm, per altro già socio di Rocca Salimbeni con il 9%. D’altronde il roadshow all’estero di Lovaglio lo ha toccato con mano: tra gli investitori stranieri c’è tanta voglia di Europa e di Italia come non accadeva da decenni.

L’analisi dei titoli

In Borsa è ancora più evidente: il mercato sconta un 2,3% di rilancio, minimo rispetto ad altre ops, per cui un premio sarebbe ragionevole solo se lo spread fosse maggiore. L’andamento parallelo dei due titoli (+2,5% Mediobanca e +2,1% Mps) dimostra che sui listini si sta comprando Mps. Ieri pure il titolo Banca Generali si è ripreso (+3,5%), segno che in molti stanno rientrando in attesa del piano dell’ad Gian Maria Mossa. 

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23 agosto 2025