L’uragano Erin è stato uno dei fenomeni atmosferici più imponenti e rapidi mai osservati nell’Atlantico. Nato al largo delle coste africane in pochi giorni ha assunto la forma di tempesta tropicale e a Ferragosto ha raggiunto lo status di uragano. In appena 24 ore, le acque caldissime dell’oceano lo hanno trasformato in un mostro di categoria 5, con venti che hanno toccato i 260 chilometri orari: una delle intensificazioni più rapide mai registrate.
Manuel Mazzoleni, meteorologo di 3bmeteo, spiega: «Ciò che ha reso Erin davvero eccezionale non è stato solo il suo picco di intensità, bensì la sua immensità. Con un diametro superiore agli 800 chilometri, l’uragano è entrato tra i più vasti mai registrati nell’Atlantico. Da ieri, venerdì 22 agosto, Erin si è trasformato in tempesta post-tropicale, allontanandosi verso il Nord Atlantico, dove le acque più fredde e la presenza di correnti più intense in quota lo hanno progressivamente trasformato da sistema tropicale (struttura simmetrica a “cuore” caldo) a ciclone o tempesta extratropicale».
GLI EFFETTI SULL’ITALIA
A inizio della prossima settimana l’ex uragano Erin si porterà sull’Atlantico settentrionale come intenso ciclone extratropicale con minimi di pressione anche inferiori ai 970 hPa. Da qui partirà un’intensa perturbazione destinata ad attraversare le Isole Britanniche, ma in grado anche di raggiungere l’Europa occidentale. La sua azione favorirà inizialmente la risalita di nuove masse d’aria roventi dal Nord Africa verso il Mediterraneo centrale, provocando una nuova rapida ondata di caldo sul Sud Italia. Secondo le ultime elaborazioni modellistiche, da confermare nei prossimi giorni, le massime mercoledì in Sardegna potranno superare i 35°C, mentre tra giovedì e venerdì localmente si potrebbero sfiorare i 35-37°C in Puglia, Metapontino, Calabria e Sicilia. Allo stesso tempo, dalla depressione originata da Erin si organizzerà un’intensa perturbazione destinata a raggiungere il Nord Italia entro mercoledì/giovedì e, entro fine mese, attraversare buona parte della Penisola. Usando il condizionale, vista la distanza temporale, il maltempo potrebbe essere molto intenso e potenzialmente pericoloso, in particolare tra medio-alto Piemonte, Lombardia centro-settentrionale, rilievi del Nordest, Levante ligure e alta Toscana, dove la maggior parte dei modelli previsionali evidenziano accumuli anche oltre i 150-200 millimetri in sole 48 ore