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Il recupero della salma di Luca Sinigaglia, l’alpinista milanese di 50 anni morto il 15 agosto mentre tentava di salvare l’amica russa Natalia Nagovitsyna sul Podeba Peak, in Kirghizistan, è stato interrotto (fino a nuovo avviso) a causa delle condizioni meteo proibitive che, in queste ore, stanno imperversando su tutta l’area montana. Secondo quanto riferito dal portavoce del ministero delle Emergenze locale, Adil Chargynov, tutti gli esperti sono concordi nel ritenere che la donna, bloccata a 7.200 metri con una frattura alla gamba, non sia sopravvissuta. La Farnesina, che segue la vicenda, ha fatto sapere di essere in costante contatto con le autorità locali e con i familiari.
APPROFONDIMENTI
Le complicate operazioni di recupero
Come confermato dal coordinamento dei soccorsi, l’ultima immagine della scalatrice russa, risalente a ormai tre giorni fa, la immortavala ferita ma ancora viva, come testimoniato dalle immagini del drone che mostravano la sua mano muoversi, a fatica, immediatamente fuori dalla tenda. La posizione della donna, per cui ormai non ci sarebbero più speranze di ritrovarla viva, è nota ma le avverse condizioni meteo rendono impossibile un suo recupero.
La situazione verrà monitorata costantemente ma, al momento, i soccorritori non hanno saputo stimare quando potranno riprendere le operazioni di recupero dei corpi.
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