Si moltiplicano gli appelli rivolti al ministro della Salute, Orazio Schilaci, affinché revochi la nomina di Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite nel comitato tecnico sulle vaccinazioni (Nitag). Sono diventate 15 mila le firme raccolte dal Patto Trasversale per la Scienza. A loro si è aggiunto ieri il presidente della Società italiana di Pediatria, Rino Agostiniani, insoddisfatto per i «membri con orientamenti anti-scientifici» e per l’assenza di un pediatra nel comitato. Non c’è solo la presenza dei due medici scettici sui vaccini a minarne la credibilità. Su diversi altri componenti si allunga infatti l’ombra del conflitto di interessi. Secondo il regolamento, i membri sono tenuti a dichiarare «l’assenza di specifici interessi conflittuali sui singoli temi oggetto di esame». Più di uno invece ha all’attivo collaborazioni retribuite con le aziende più importanti nel settore vaccinale.
TRA GLI ESPERTI scelti da Schillaci c’è ad esempio Emanuele Montomoli, professore di Igiene all’università di Siena e massone (ragione per cui il centrodestra lo ha mollato in piena campagna elettorale per la poltrona di sindaco di Siena nel 2023). Montomoli è soprattutto fondatore, presidente e direttore scientifico della VisMederi, società che fornisce servizi alle aziende farmaceutiche nel settore dei vaccini, e consigliere di amministrazione della Sclavo Vaccine Association, il cui principale partner privato è la GlaxoSmithKline (Gsk). È il secondo produttore mondiale di vaccini per quota di mercato (2024) dopo Pfizer e a Siena ha un impianto di produzione e un centro di ricerca dedicati ai vaccini.
VisMederi e Sclavo sono anche parte dell’European Vaccine Hub, un network di ricerca sui vaccini finanziato dall’Ue con 130 milioni di euro di cui fa parte un’altra azienda produttrice di vaccini, l’italiana ReiThera. In passato Montomoli è stato anche consulente della Sanofi, quarto produttore mondiale di vaccini. Nel Nitag figura anche Francesco Vitale, professore all’università di Palermo. Tra il 2022 e il 2024 ha ricevuto oltre 17mila euro da Gsk in cambio di «servizi e consulenze», come attestano i report annuali sulla trasparenza pubblicati dall’azienda. La sua firma compare su numerosi studi sponsorizzati dalla multinazionale, tutti favorevoli all’uso dei vaccini Gsk in Italia.
L’ABITUDINE di ricevere soldi da un’azienda per scrivere su commissione un report su un suo vaccino non è rara. Non si è tirato indietro il pediatra Alberto Villani del Policlinico Gemelli di Roma, anche lui nel nuovo Nitag. Per la sua autorevolezza prese parte al Comitato tecnico scientifico durante la pandemia. Villani ha svolto consulenze per case farmaceutiche leader del settore: Sanofi, Pfizer, AbbVie e ovviamente Gsk. Nel 2025 però ha anche scritto (non da solo) un report che propone che la scuola italiana promuova la vaccinazione anti-influenzale nei bambini. Come riportato alla fine del report «tutti gli autori hanno ricevuto un compenso da AstraZeneca», che ha anche fornito assistenza editoriale per la redazione del rapporto.
Forse non è un caso che AstraZeneca produca il Fluenz, l’unico vaccino anti-influenzale che si somministra con uno spray nasale, indirizzato proprio alla fetta di mercato dei bambini sensibili alle punture. Domenico Martinelli, professore all’università di Foggia, appare nel libro paga della Sanofi per cifre tutto sommato modeste: appena 2.500 euro negli ultimi due anni. Ma è lui stesso, in una pubblicazione scientifica del 2021, a dichiarare tra i conflitti di interesse l’aver ricevuto compensi dalla solita Gsk e dalla Msd, altro colosso dei vaccini.
LA PUBBLICAZIONE sostiene che l’adozione del vaccino contro il rotavirus a due dosi Gsk sia preferibile a quello concorrente. Sarebbe strano se sostenesse il contrario, dato che «Gsk ha finanziato questo studio e ha partecipato a tutte le fasi della sua conduzione, compresa l’analisi dei dati» come recitano le ultime righe del documento. Saranno loro, con il resto del Nitag, a consigliare il ministero sui vaccini. Non si tratta certo di incompetenti ma la loro presenza può persino esacerbare lo scontro su Bellavite e Serravalle. Come scrive l’associazione culturale Pediatri in una nota, «rischia di alimentare i sospetti di quei movimenti che già mettono in discussione la credibilità delle scelte vaccinali».