Una rovesciata pazzesca dell’attaccante decide la partita dopo le reti di Baschirotto e il momentaneo pari di Pavlovic


Luca Bianchin

Giornalista

23 agosto 2025 (modifica alle 22:57) – MILANO

I fratelli maggiori, anche acquisiti, servono a questo: a insegnarti la vita. Federico Bonazzoli dopo un’ora di Milan-Cremonese si sdraia a un metro da terra e segna il gol del mese: sforbiciata mancina a un centimetro dal palo. Una citazione di Fabio Quagliarella, che nel periodo alla Samp lo aveva preso sotto la sua ala protettiva. Il gol è il simbolo di un esordio pessimo per Allegri, il peggiore possibile: Milan-Cremonese finisce 1-2 con gol di Baschirotto, Pavlovic e, appunto, Bonazzoli. Un ex Inter. Per Max è la terza sconfitta consecutiva all’esordio in campionato con il Milan. Per Davide Nicola, una grande spinta per la stagione.

milan lento—  

Il Milan è stato lento, prevedibile per tutta la partita, con una sola finestra di luce in mezzo alle nuvole: cinque minuti tra il 7’ e l’11’ del secondo tempo, in cui ha creato quattro occasioni in fila. Poco, troppo poco. Modric, a 39 anni e 11 mesi, è stato il migliore: se il ritmo è basso, spiega ancora. Tanti altri hanno giocato male o molto male: Loftus-Cheek soft, Fofana troppo impreciso quando deve concludere, Alex Jimenez entrato male. Siamo solo all’inizio, ma che brutta prima giornata.

i tre gol—  

Subito il racconto dei gol. La Cremo va in vantaggio al 28’: cross di Zerbin, nessuno guarda Baschirotto e lui anticipa Pavlovic di testa, poi va a esultare alla Robocop, come piace ai social. Il pareggio del Milan arriva nell’unico minuto di recupero del primo tempo: Saelemaekers ruba palla a Zerbin, Estupinan si sovrappone e col mancino trova la testa di Pavlovic, che si era preso un minuto di ferie per andare nell’altra area. L’1-2 arriva al 16’ del secondo tempo: Baschirotto va in pressione su Gimenez e ruba palla, Pezzella crossa e Bonazzoli, non disturbato dal cortese Fofana, sforbicia in porta con l’amato sinistro. Da ex interista, una goccia di derby.

la partita—  

Il primo tempo in tre aggettivi è stato lento, sorprendente per risultato ma prevedibile per tipologia di partita. La Cremonese a difendersi 5-3-2, il Milan con la palla. Qui era la sfida di serata: creare a difesa schierata, mettere in difficoltà la Cremo. Sfida fallita. Il Milan ha palleggiato lento, senza riuscire a sfruttare i due uno contro uno più favorevoli, che si creavano spesso: Pulisic contro Terracciano, Saelemaekers contro Bianchetti. La partenza, eppure, è stata buona: un tiro di Gimenez dopo 4 minuti è rimbalzato su un difensore e poi sul palo, poi Pezzella e Baschirotto hanno salvato due volte in area. La Cremonese però col tempo ha preso fiducia, Bonazzoli ha rischiato di segnare l’1-0 e Baschirotto lo ha fatto per davvero. Il Milan ha sentito la botta e ha risposto solo a fine primo tempo: una girata di Gimenez fuori di poco e il gol di Pavlovic.

un finale triste—  

Il Milan migliore si è visto a inizio secondo tempo. Occhio alla sequenza. Minuto 7: Modric manda Gimenez in verticale, poi calcia. Para Audero. Minuto 8: angolo di Modric, sulla respinta Pulisic calcia al volo. Audero, in qualche modo, ripete. Minuto 9: Saelemaekers crossa basso per Fofana, altro tiro e altra parata. Minuto 11: Modric in verticale per Fofana, che questa volta calcia alto. I trend si notano senza chiedere all’intelligenza artificiale: Modric a ritmo basso libera tutti, Fofana sa inserirsi come piace ad Allegri ma ha problemi a calciare. Più di tutto, colpisce la poca reazione finale. Il Milan ha avuto mezz’ora per ribaltare la partita ma ha creato poco: un tiro di Pulisic appena fuori, appena dopo l’1-2, un tiro di Loftus-Cheek sull’esterno della rete e, nel finale, un colpo di testa di Gimenez salvato sulla linea. Anche Jashari, entrato per Modric, ha combinato poco.

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san siro e il mercato—  

Alla fine, due parole per l’ambiente. I 3.500 tifosi della Cremonese hanno improvvisato un coro di voci e tamburi (per il violino, che è di casa, facciamo un’altra volta): a San Siro, per lo sciopero della Sud, per un tempo si sentivano solo loro. Il gol di Pavlovic ha evitato i fischi all’intervallo e i milanisti hanno cantato un po’ solo a inizio secondo tempo, scaldati da un’azione di Modric. Poi basta, silenzio, la curva ospiti a cantare e San Siro a fischiare alla fine. Altro che inizio soft ad agosto. Uscendo, la gente ha pensato che un altro anno così non se lo merita e che questa squadra avrebbe bisogno di un aiuto, e in fretta grazie. Il mercato è ancora aperto e i soldi in cassa, a volerli spendere, ci sarebbero.