Clusone. “Sei volata via troppo presto, lasciando un vuoto che nessuno potrà mai colmare”. La voce di Carmen Scandella è l’ultima che si diffonde dall’altare della Basilica. Legge un toccante messaggio d’addio per sua figlia, Matilde.
“Non ci sono parole per descrivere quanto ti ho amata, la tua sensibilità ti faceva vedere il mondo con occhi speciali – le parole della madre -. Eri una tempesta di luce: hai riempito la mia vita di musica, di gioia. Ora la nostra casa è vuota, silenziosa. Lulù, la tua gattina, ti sta cercando ovunque. Se chiudo gli occhi ti vedo ancora. Cercherò di portarti con me ovunque andrò. Sei parte di me e lo sarai per sempre. Agli amici di Matilde: la vita è un dono, non sprecatelo”.
Almeno 2 mila persone hanno partecipato sabato, 23 agosto, ai funerali di Matilde Valeri, la 14enne colpita da un’embolia polmonare lunedì 19 mentre si trovava sul litorale veneto insieme ai genitori per qualche giorno di vacanza. Il sagrato ha iniziato a riempirsi di persone già un’ora prima dell’inizio della cerimonia. Tantissimi i giovani presenti. Molti si abbracciano, cercando di farsi forza nel dolore: sono stati proprio alcuni amici di Matilde a portare il feretro dalla chiesetta di San Luigi all’interno della Basilica. In chiesa, in una teca vicino alla bara, una divisa da pallavolo, numero 43. Il numero di Matilde.
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“Sono passati solo tre giorni, ma sembra un’eternità – il messaggio letto dagli amici, con la voce spezzata dalle lacrime -. Non riceveremo più i tuoi vocali, le tue chiamate. Sarai per sempre il nostro più grande punto di riferimento”. Uno striscione appeso fuori dalla Basilica recita “Sarai la stella più bella, illuminaci sempre”. E ancora, “Sarai per sempre la nostra superstar”. Al cimitero gli amici della 14enne hanno lasciato volare nel cielo palloncini colorati.
Trasferita all’ospedale di Treviso in condizioni disperate, quando mercoledì mattina è entrata in un coma irreversibile papà Achille e mamma Carmen hanno dato l’autorizzazione al prelievo degli organi. Un gesto, secondo il curato di Clusone don Alex Carlessi, “carico di coraggio”. “Esiste una risposta ai nostri perchè? – si interroga durante l’omelia -. Le nostre domande riguardano il senso della vita, qualcosa a cui la scienza non può dare una risposta. Perché una ragazza di 14 anni, piena di vita, con un sorriso meraviglioso, si sente male e muore?”.
“La vita, a volte, esagera – continua -. Pensiamo di essere i suoi padroni, ma ha regole e tempi che spesso non dipendono da noi. A volte è un mare calmo, altre una burrasca impetuosa. In questi giorni ci siamo indignati, non è giusto morire così giovani. Ora, per non perdere la speranza, è il tempo in cui dobbiamo trovare coraggio. Proprio come i genitori di Matilde. La sua vicenda ci ricorda che la vita va vissuta intensamente, che non si è mai troppo giovani. Dentro ogni abbraccio abbiamo trovato la forza per sopportare il nostro dolore: solo l’amore può vincere la morte”.
I palloncini lasciati volare dagli amici di Matilde
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