Ormai è notte fonde e da qualche ora è iniziata domenica 24 agosto 2025, una giornata che verrà ricordata come sinonimo dell’anno zero per la ginnastica ritmica italiana a livello di gruppi: le Farfalle, che tanto bene ci hanno abituato negli ultimi vent’anni lottando sempre per le medaglie ai Mondiali e alle Olimpiadi, si sono rese protagoniste di una prestazione sottotono nel concorso generale che ha animato la rassegna iridata a Rio de Janeiro.

Nove anni fa si pianse in Brasile per avere mancato di un soffio la medaglia ai Giochi, questa volta si raccoglie un poco lusinghiero 15mo posto nell’all-around, che rappresenta il peggior risultato della storia per il Bel Paese: dal 1967, anno di fondazione dei Mondiali di uno sport poi diventato olimpico a Los Angeles 1984 (per quanto riguarda i gruppi, le individualiste erano già alla terza edizione in quel di Copenhagen), l’Italia non era mai andata oltre la dodicesima piazza datata 1969, unica volta fuori dalla top-10.

Giusto per ripercorrere le edizioni più recenti, quelle del Terzo Millennio: nel 2022 e nel 2023 arrivarono due quarti posti dopo quelli del 2015 e del 2017, nel 2018 e nel 2021 si festeggiarono due medaglie d’argento proprio come nel 2005, 2007, 2013 e 2014, inframezzate dal leggendario triplo trionfo tra il 2009 e il 2011, dal 2000 non si era mai fatto peggio dei quinti posti datati 2002 e 2019. Rimanere fuori da entrambe le finali di specialità aumenta ulteriormente la negatività del risultato.

Anno zero significa che da qui si deve ripartire per una lunga e difficile risalita. La serata in terra sudamericana deve essere analizzata nel dettaglio, come l’intero cammino di avvicinamento, e deve rappresentare la base su cui costruire il palazzo del futuro: una scuola di enorme tradizione come quella tricolore non può essersi sciolta come neve al sole e l’auspicio è che il risultato odierno sia figlio soprattutto della stagione decisamente travagliata che ha dovuto passare il nostro movimento.

L’esonero di Emanuela Maccarani, dopo ormai tre decenni al comando del settore con un curriculum da record, è arrivato a marzo su decisione del neo-eletto Presidente Andrea Facci, che si è preso la responsabilità di questa scelta dovuta anche al noto caso abusi. Il ritiro in toto delle atlete capaci di conquistare la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Parigi 2024: Alessia Maurelli e compagne hanno deciso di chiude una lunga carriera, probabilmente anche considerando la situazione che si era creata.

L’incarico di Direttrice Tecnica affidata a Mariela Pashalieva a partire dal 5 maggio, quando la squadra era rientrata dagli Europei chiusi al quinto posto nell’all-around e con il bronzo ai  cinque cerchi. A seguire un giro completo un po’ tentennante in Coppa del Mondo a Milano e poi la trasferta in Brasile, dove non si è invertita la rotta. Inevitabile considerando che Laura Paris e compagne devono trovare il giusto feeling interno, rinforzare degli elementi, perfezionare gli esercizi, comprendere i propri punti di forza, diventare gruppo: è qualcosa che non si può improvvisare in pochi mesi, considerando anche le varie vicissitudini.

Il processo richiede molto tempo e il lungo inverno all’orizzonte dovrà essere utilizzato al meglio dalla nostra Nazionale per trovare la propria identità e ripresentarsi nel 2026 con fame, grinta, esercizi al top, grandi note di difficoltà e capacità esecutive rimarchevoli. Da quest’anno zero si deve ripartire, anche perché il cammino verso le Olimpiadi di Los Angeles 2028 è già iniziato: i Mondiali dei prossimi due anni faranno da qualificazione ai Giochi (i criteri devono ancora essere ufficializzate, ma ormai sembrano assodati) e bisognerà lavorare in questa prospettiva.