In Italia negli ultimi anni è esplosa completamente la tennismania. Chi da tanto tempo racconta dietro ad un microfono le vicende dei nostri tennisti è Raffaella Reggi, che è stata ospite di uno degli appuntamenti estivi del programma Focus Summer, in onda sul canale YouTube di OA Sport. Una bella chiacchierata con l’ex tennista romagnola, che ha ripercorso la sua carriera da giocatrice e che poi ovviamente si è soffermata sulle vicende attuali e sul grande duello tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz.

Proprio ripercorrendo la sua carriera, Reggi ha parlato della medaglia di bronzo vinta alle Olimpiadi di Los Angeles, quando il tennis era rientrato come sport dimostrativo: “Io la medaglia di bronzo l’ho vinta a tutti gli effetti. Si trova a casa, qualche volta ci faccio anche qualche giretto, me la metto al collo, me la guardo. In famiglia c’erano tre appuntamenti imperdibili che erano Sanremo, le Olimpiadi e i Mondiali di calcio. Quindi le Olimpiadi le ho sempre vissute molto davanti alla tv con la mia famiglia ed erano uno dei miei sogni. Avendo avuto la fortuna di averne giocate tre e poi vissuta una da capitana a Sydney per me è stato bellissimo. Per un tennista gli appuntamenti principali sono gli Slam e magari si guarda meno alle Olimpiadi, ma per me sono sempre state importanti”. 

La sua esperienza a Wimbledon: “Io ho avuto la fortuna di giocare su tutti e quattro i campi centrali degli Slam e sicuramente quello di Wimbledon è quello che mi ha emozionato di più, anche perché il pubblico lo avevi davvero molto vicino. C’era un’atmosfera pazzesca e sentivi quasi respirare il pubblico tanto ti erano vicini. Una volta ho la fortuna di essere testa di serie e le teste di serie hanno uno spogliatoio solo per loro e quindi si veniva coccolati in tutti i modi e avevi tre o quattro persone che si dedicavano completamente a te. Almeno una volta nella vita a Wimbledon bisogna assolutamente andare, è davvero un’esperienza unica. Noi italiani forse siamo più legati a Parigi anche per via della terra rossa, ma Wimbledon forse ho cominciato ad amarlo nel corso degli anni. Quei due match point sul Centrale nel 1989 contro Arantxa Sanchez ce li ho ancora qui, ma restano i ricordi indelebili”. 

Sull’esplosione del tennis italiano in questi anni: “Il tennis italiano c’era, ma prima c’erano le ragazze. Schiavone, Pennetta, Errani e Vinci, quattro ragazze che hanno fatto la storia del tennis femminile. Poi è arrivato questo ragazzino con i capelli rossi, con le idee molto chiare fin da subito. Ha lavorato e sta lavorando per raggiungere risultati importanti e tutto questo ha portato gli altri a stimolarsi uno con l’altro. Il processo è iniziato forse con Seppi e Fognini, che hanno mosso le acque, poi ora stiamo veramente vivendo un momento straordinario ed incredibile. In ogni torneo arriviamo sempre in fondo e lo spirito di confronto che si è venuto a creare tra vari team, che prima non c’era, questo serve a tutti e anche ai ragazzi che arrivano da sotto. Ora spero che anche tra le donne qualcosa si muova da sotto e che ci sia una svolta anche li con alcune ragazze, magari con una Tyra Grant che è un personaggio molto carismatico e che ha appena mosso i passi nel circuito”. 

Adesso ovviamente c’è il grande duello tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz: “Sinner ed Alcaraz sono quelli decisamente più in alto rispetto agli altri. Io spero che possa crearsi una bella rivalità, che poi alla fine sono quelle che restano e più divertenti da vedere come i Federer-Nadal, Sampras-Agassi, McEnroe-Borg. Due ragazzi che hanno personalità diverse, due modi di affrontare il circuito, due modi di giocare diversi e questo per chi guarda e per gli addetti ai lavori è davvero molto stimolante”. 

Sulle differenze tra Sinner e Alcaraz: “Quello di Netflix è un bel documentario. Fa vedere anche come un ragazzo come vive il circuito anche in maniera leggera con la sua famiglia e i suoi amici. Jannik lo vedo diverso, molto più freddo e concentrato. Proprio la forza mentale è la differenza tra i due, magari Alcaraz ha più soluzioni diverse, una facilità in più in campo, ma Jannik sul piano mentale ha qualcosa in più rispetto allo spagnolo”. 

Nell’ultimo tempo anche il modo di fare la telecronaca di tennis è finita nel mirino della critica: “Adesso è nell’occhio del ciclone questa cosa del telecronista che non fa il tifo per Sinner, che apprezza Alcaraz. Ci sono secondo me un po’ di regole da telecronista da seguire. Dall’altra parte della televisione tu puoi avere persone che non sanno magari niente di tennis e tu devi usare una terminologia chiara e pulita. Se l’avversario di un italiano fa un bel punto è giusto che lo enfatizzi. A me non piacciono gli urli, poi magari ovviamente a volte mi viene spontaneo come il ‘daje Flavio’ a Wimbledon contro Cilic“.

Ancora su Sinner e Alcaraz, ripensando alle due finali Slam giocate: “A Parigi c’è quella risposta di rovescio sbagliata sul secondo match, dove forse ha sentito un po’ di pressione. Però l’altro ad un certo punto ha completamente cambiato passo. Forse Sinner ha capito di aver mancato un’occasione, ma in neanche un mese si è completamente rifatto e chi è che si aspettava che Sinner riuscisse a battere Alcaraz a Wimbledon? Questa è proprio la bellezza di questo sport che in qualche settimana può cambiare tutto“.

In chiusura un pronostico sull’imminente US Open: “Dovrebbe succedere qualcosa di straordinario per non vederli entrambi ancora contro in finale agli US Open. Oggi sono decisamente superiori agli altri. C’è magari uno Zverev, che ha preso Toni Nadal come allenatore. Magari il sogno sarebbe quello di avere almeno tre italiani nuovamente alla seconda settimana”.

INTERVISTA A RAFFAELLA REGGI