E’ stata pubblicata la silloge “Esercizi quotidiani di compassione” di Grazia Procino per la Puntoacapo edizioni. Tra incursioni nella realtà e una giusta distanza verso l’umanità si colloca la postura poetica di questa silloge, che è un tentativo di coinvolgere in un abbraccio empatico la società umana, avvolgendo tutte le creature con uno sguardo di compassione, la virtù sommamente umana.

Si rivolge a tutti coloro che hanno ancora a cuore il futuro dell’essere umano e che nutrono la speranza con atti concreti di compassione, da cum-patior=provare insieme comuni sentimenti di dolore e di tormento.

Questa una parte della nota critica di Nicola Vacca sul libro pubblicata su “Gli amanti dei libri”: «Non passione ci vuole, ma compassione, capacità cioè di estrarre dall’altro la radice prima del suo dolore e di farla propria senza esitazione».

Grazia Procino nel suo nuovo libro Esercizi quotidiani di compassione ha sicuramente pensato a queste parole di Dostoevskij.

La poetessa pugliese si ostina a scavare nella radice umana della parola, scrive versi per costruire un mondo colmo di empatia e compassione, l’unica soluzione per esorcizzare la ferocia di questo tempo in cui l’indifferenza e l’egoismo spadroneggiano.

Ogni poesia di questo libro è un esercizio quotidiano di compassione: «Mi sei venuto a cercare / tra una fitta e l’altra: / ti ho riconosciuto / come chi attende di venire al mondo».

Poesia dell’esperienza umana che guarda all’introspezione del volto, parole che rispediscono al mittente tutto il perbenismo egoista della meschinità umana.

Questa di Grazia Procino è una poesia onesta che si pone domande di senso per una ricerca interiore, parole che mettono l’uomo al centro del mondo e non il mondo al centro dell’uomo.

In Esercizi quotidiani di compassione leggiamo un umanesimo sensibile che nutre una profonda empatia con il genere umano.

Una poesia diretta e sincera che ha in bocca il candore della scoperta: «Vivere per lasciare qualcosa di buono / una scia di fragranza luminosa / glicine acceso fino all’orizzonte/ che annebbia la vista / centrini rotondi su comò intessuti di lacrime / lenzuola bianche di lino distese al vento».

Nella poesia di Grazia Procino la compassione non è solo un sentimento di pietà o partecipazione alla sofferenza altrui, ma un atto di attenzione e di cura che nasce dalla consapevolezza della fragilità umana e dalla percezione della sofferenza universale.