Una pillola di bon ton. Vale anche per la padrona di casa: fare la lavastoviglie mentre gli ospiti sono ancora presenti non dimostra grande accoglienza
Moda, tradizioni inossidabili, bon ton. Tendenze, tic e bizzarrie. Fascino. La milanesità senza tempo, che per questo (spesso) precorre i tempi. Due punti di vista, anche generazionali, sulla nostra adorata città. Lina Sotis e Michela Proietti raccontano tutto questo, e altro ancora, nella nuova rubrica che trovate ogni domenica su milano.corriere.it. Dalla prima puntata, quando hanno composto un inno giocoso alla nuova regina di Milano: la «Perennial», ai dubbi sui tatuaggi sul collo fino ai club che tengono sulle spine i milanesi. Oggi la nuova puntata. Buona lettura!
Bello che bello, è finita l’estate! Ecco la frase del momento. Perchè è finito il compito più gravoso dell’anno. Mentre prima era una vacanza, adesso l’estate, per tutti, piccoli, grandi, grandini, grandissimi, è diventato il compito più difficile da affrontare con se stessi. Prima ci sono le solite finanze, tutto costa carissimo, tutto sembra quasi inabbordabile. Poi ci sono i caratteri. Quel padre e quella madre che stanno lontano e ti sembravano così buoni, sono cambiati, sono invecchiati. Non puoi riposarti, loro hanno troppo bisogno di te, punto. Poi, ma dove andare in vacanza? Fa troppo caldo, fa troppo freddo. Ovunque vai, sbagli. Ovunque vai, sei circondato da fetide notizie. Sì, però, la verità è che siamo noi che stiamo male. Siamo noi che non ci sappiamo rivolgere agli altri o gli altri che non sanno rivolgersi a noi. È il mondo che è a soqquadro. (Lina Sotis)
Cosa ci portiamo dietro da questa estate che ci sta salutando? Almeno tre cose: la fine del ceto medio, quella gente laboriosa e perbene che in città non ha i soldi per comperare casa e in vacanza non ha soldi per andarci. Poi due note di colore: l’ascesa irrefrenabile della pedalata assisistita che trasforma tutti in ciclisti e ha trasformato il lago di Staz in Engadina, dove in estate non c’era mai nessuno, in una spiaggia di Riccione. Portiamo a casa anche una pillola di galateo: possiamo chiudere un occhio in occasione delle tavolate estive, dove magari scarseggia il personale. Ma l’ospite che si alza da tavola con il piatto in mano per aiutare a sparecchiare è tremendo e anche un po’ ficcanaso: si aggira in cucina alla ricerca del sacchetto della spazzatura, nel caos più totale, mentre la padrona di casa vorrebbe sprofondare dalla vergogna per tanta disorganizzazione. Lo stesso vale per chi ospita: fare la lavastoviglie mentre ci sono ancora gli ospiti in casa è come minimo un’accoglienza picaresca. (michela proietti)
24 agosto 2025 ( modifica il 24 agosto 2025 | 14:56)
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