Dopo diversi fallimenti Starship partirà all’1.30 del 25 agosto ora italiana dalla base in Texas. Ma alcuni esperti sono scettici: «Il razzo non si è dimostrato affidabile»
Musk ci riprova. Tentativo numero dieci. La sua SpaceX è pronta a un nuovo lancio di prova del mega razzo Starship. Secondo le previsioni dell’uomo più ricco del mondo, un giorno quel missile alto 120 metri arriverà sulla Luna e su Marte con l’obiettivo costruire una nuova
civiltà «multiplanetaria». Il nuovo tentativo è previsto per oggi, 24 agosto, alle 18:30 ora locale dalla base dell’azienda americana in Texas, nel sud degli Stati Uniti. In Italia sarà l’01:30 di domani, 25 agosto.
I fallimenti precedenti
Il lancio numero 10 (in quarto del 2025) arriva dopo una serie di missioni fallite o che comunque non hanno portato a termine gli obiettivi previsti. Il primo lancio, nell’aprile 2023, è durato pochi minuti prima che il veicolo si autodistruggesse ed esplodesse a causa di diversi problemi, tra cui la separazione degli stadi. I tre test di quest’anno (volo 7, volo 8, volo 9) sono falliti subito dopo il decollo e per due volte sono esplosi sopra le isole a est della Florida. Un altro razzo è esploso a terra a giugno durante un test statico prima di quello che avrebbe dovuto essere il decimo lancio.
La Nasa ha scelto Starship per far atterrare sulla Luna gli astronauti della missione Artemis 3 della Nasa, in programma per il 2027 e Space X spera di poter utilizzare il razzo per inviare esseri umani su Marte. Ma i fallimenti rendono sempre più lontane queste opportunità e l’azienda ha ancora molti problemi da risolvere con l’enorme razzo.
Cosa sappiamo sul nuovo lancio
Nonostante gli errori, Musk non si è arreso e continua a puntare sui primi lanci verso Marte già nel 2026.
La nuova missione, senza equipaggio, percorrerà un piano di volo simile a quello delle ultime tre e potrà essere seguita in diretta dal sito ufficiale di SpaceX. Durante questo nuovo tentativo, una volta nello spazio, Starship dovrebbe dispiegare otto simulatori dei satelliti Starlink, riaccendere il motore Raptor e tentare un ammaraggio controllato nell’Oceano Indiano. Il booster, nel frattempo, modificherà la sua traiettoria per un ammaraggio nel Golfo del Messico.
Intanto, alcuni esperti, come Dallas Kasaboski della società di consulenza Analysys Mason, si dicono scettici sulla possibilità di riuscita. Nonostante i test, per Dallas Kasaboski il razzo «non si è dimostrato affidabile».
«È molto, molto difficile prevedere come andrà a finire», ha affermato Garrett Reisman, ex astronauta della NASA e consulente di SpaceX alla Cnn aggiungendo: «Penso che potrebbe non funzionare mai, o potrebbe finire per rivoluzionare l’intero futuro delle nostre attività nello spazio e della geopolitica», riferendosi all’obiettivo degli Stati Uniti di dimostrare la superiorità tecnica sulla Cina in una nuova corsa allo spazio.
Lo sviluppo di Starship potrebbe tuttavia accelerare, dato che SpaceX ha ottenuto il via libera dall’autorità aeronautica statunitense per aumentare la frequenza dei lanci. Ma per Musk restano alcuni problemi da risolvere. Tra questi: il rifornimento nello spazio e l’atterraggio dei veicoli.
In ogni caso, se questa volta andasse tutto secondo i piani, Starship potrebbe essere già in grado di portare sul Pianeta Rosso alcuni materiali legati alla sperimentazione scientifica come le colture vegetali, strumenti di misurazione delle radiazioni e una stazione di monitoraggio metereologico, grazie a un recente accordo siglato con l’Agenzia Spaziale Italiana.
La sfida con Blue Origin
Così torna ad accendersi la competizione spaziale tra SpaceX di Elon Musk e la Blue Origin di Jeff Bezos.
Il prossimo 29 settembre la società di Bezos tenterà il secondo volo di New Glenn, il razzo da 98 metri per il trasporto di satelliti e carichi pesanti nell’orbita terrestre bassa.
Il razzo decollerà da Cape Canaveral per immettere in una traiettoria interplanetaria le due sonde gemelle Escapade (Escape and Plasma Acceleration e Dynamics Explorers) della Nasa.
I due orbiter, costruiti dalla californiana Rocket Lab, studieranno la magnetosfera attorno al Pianeta Rosso e analizzeranno i processi che controllano l’interazione tra le particelle energetiche del vento solare e l’atmosfera marziana.
Inoltre, Blue Origin tenterà ancora una volta di recuperare il booster del primo stadio di New Glenn su una nave drone nell’Oceano Atlantico.
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24 agosto 2025 ( modifica il 24 agosto 2025 | 16:10)
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