di
Natalia Distefano

Il ristoratore nato a Roma ma trapiantato negli Usa ha accolto gli azzurri nel suo locale «Via della Pace». Il messaggio sui social: «Una serata speciale, tra campioni in campo e fuori… e io? Orgoglioso e felice di aver fatto il tifo»

Quarantasei anni, romano di nascita e newyorkese di adozione, Giovanni Bartocci è il laziale più conosciuto della Grande Mela, cofondatore del Lazio Club New York City (dedicato a Giorgio Chinaglia) ma anche ristoratore alfiere della cucina romanesca – «quella autentica, col guanciale», assicura – nel suo ristorante sulla 7th Street intitolato a una famosa strada del centro storico della Capitale: si chiama «Via della Pace» ed è diventato un ritrovo per molti italiani. Per quelli residenti, certo, ma anche per quelli in vacanza. E, soprattutto, per molti  campioni «azzurri» dello sport in trasferta negli Usa. Come il fantastico trio del tennis italiano che è stato suo ospite durante il torneo Us Open: Sara Errani, Jasmine Paolini e Andrea Vavassori.

Foto-ricordo al ristorante romanesco «Via della Pace» a New York

Doverosa la foto-ricordo: «Super super contento e onorato di aver avuto al ristorante la sera dopo la loro incredibile impresa i due volte campioni in carica dello Us Open Mixed Doubles». Ovvero Sara Errani e Andrea Vavassori. Con loro anche la «straordinaria» Jasmine Paolini, numero 8 al mondo e compagna di Sara nella storica vittoria della medaglia d’oro alle ultima Olimpiadi di Parigi. «Una serata speciale, tra campioni in campo e fuori… e io? Orgoglioso e felice di aver fatto il tifo». Sì perché il tifo per Bartocci è una passione viscerale. Non solo la Lazio, dunque, ma anche il grande tennis. Il suo preferito è il romano Matteo Berettini ma racconta: «Mi piace tifare per gli italiani in generale, ovviamente, anche per i più deboli». 



















































Calcio e tennis, passioni viscerali

Tanto che Bartocci era stato avvistato nei giorni scorsi sui campi del Queens a sostenere nelle qualifiche Federico Cinà, che però non ce l’ha fatta. E ora il tifoso-ristoratore si prepara a tifare sulle tribune del tempo statunitense del tennis. E di certo, non passa inosservato: il suo tifo sfegatato è celebre, si narra – quasi una leggenda metropolitana – che nel 2021 fu richiamato per nome addirittura dall’arbitro di gara durante un litigio con Corentin Moutet che era impegnato contro Matteo Berrettini. «Monsieur Bartocci, per favore…», avrebbe esclamato l’arbitro. E infatti l’Equipe, il quotidiano francese bibbia dello sport, gli ha dedicato un servizio raccontando la sua storia. Storia di un romano e del suo sogno americano.


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24 agosto 2025 ( modifica il 24 agosto 2025 | 20:09)