Si concludono ancora una volta nel segno di Matilde Cenci i Mondiali juniores di Apeldoorn. Una rassegna iridata straordinaria per la 17enne vicentina, che quest’oggi ha conquistato la sua terza medaglia d’oro. Dopo quella nell’inseguimento a squadre e nel chilometro da fermo, è arrivata anche quella nel Keirin. L’azzurra ha battuto di 24 centesimi la colombiana Valeria Hernandez Vergara, mentre il bronzo è andato alla tedesca Emilia Waterstradt (+0.112).

Una giornata ricchissima di medaglie per l’Italia. Nell’eliminazione maschile Jacopo Vendramin ha conquistato uno splendido argento, arrendendosi solamente alla sfida finale contro l’austriaco Heimo Fugger. Medaglia di bronzo per l’atleta neutrale Matvei Iaklovev.

Non solo questo argento, ma anche quello della coppia composta da Julian Bortolami e Riccardo Colombo nella Madison. Il duo azzurro ha concluso con 50 punti, venendo battuta per un solo punto da quella spagnola composta da Igual Ubeda e Urcaregui Sanz, mentre i britannici Hinds/Thompson hanno vinto il bronzo con 47 punti.

In questa chiusura di Mondiale c’è anche il bronzo di Alessio Magagnotti nel chilometro. Oro per il britannico Henry Hobbs e argento per il tedesco Benjamin Bock. Sfiorano il podio, invece, Chantal Pegolo e Linda Sanarini, che sono quarte nella Madison femminile, vinta dalle britanniche Boothman/Taylor.

L’Italia ha chiuso la rassegna iridata ad Apeldoorn al primo posto nel medagliere. Sono ben tredici le medaglie conquistate dalla spedizione azzurra con 6 ori, 3 argenti e 4 bronzi. Queste le parole del presidente federale Cordiano Dagnoni: “Oltre ai doverosi complimenti ad atleti e società, ci tengo a ringraziare tutti i tecnici e lo staff della Nazionale, che da tempo lavora in perfetta sinergia, permettendo ogni anno di raggiungere obiettivi sempre maggiori. Credo che la continuità tecnica sia uno dei segreti. Abbiamo impostato il lavoro quattro anni fa credendo in questi tecnici e da allora non ci sono stati cambiamenti sostanziali. Questo ha permesso a ognuno di lavorare con tranquillità. L’armonia che regna nelle nostre Nazionali consente agli atleti di esprimersi al meglio e di crescere tecnicamente”.