Di Carlo Baffi – immagine Raul Zacchè/Actualfoto
Il 25 agosto 1985 sul tracciato olandese, il tre volte campione austriaco siglava la sua 25^ vittoria al volante della McLaren. L’ultima, prima del ritiro definitivo dalle competizioni.
Il prossimo 31 agosto la Formula Uno tornerà in azione dopo la pausa estiva. Di scena il Gran Premio d’Olanda, 15° round del mondiale che vede nella McLaren-Mercedes la dominatrice assoluta. Il palcoscenico è quello di Zandvoort, un tracciato che sorge sulle rive del Mare del Nord, costruito nel lontano 1939 tra le dune di quella sabbia che il vento soffia sulla pista creando insidie per i piloti. Negli anni il tracciato ha subito parecchie modifiche, in particolare quelle recenti al fine di rispettare le norme di sicurezza imposte dalla Federazione Internazionale per poter riospitare la Formula 1, assente dal 1986. Lavori che vennero eseguiti da un’azienda italiana, la Dromo, che modificò il layout (ora lungo 4.259 metri) introducendo pure due curve sopraelevate. Un’opera che ottenne in benestare delle autorità sportive e che riaprì le porte al Circus nel 2021. Come detto l’ultimo G.P. prima del lungo stop si tenne nel 1985, per l’esattezza il 25 agosto e che salutò, guarda caso, una doppietta McLaren. Che sia di buon auspicio per il team di Zak Brown? Beh, stando ai pronostici le caratteristiche della pista olandese dovrebbero ben sposarsi con l’attuale MCL39.
Ma ritorniamo a 40 anni fa. Il Campionato fa tappa in Olanda per disputare l’11^ corsa della stagione, quando ne mancano 5 alla fine. A tenere banco è il duello tra Michele Alboreto ed Alain Prost, Ferrari contro McLaren-TAG Porsche. Nella classifica piloti, il milanese ed il transalpino sono in testa con 50 punti, mentre tra i costruttori il Cavallino comanda con 72, contro i 55 dei rivali britannici. Grazie alla vittoria in Austria, Prost sta mettendo alle strette il ferrarista, a Maranello il clima non è sereno e peggiora dopo le prime ufficiali del venerdì a Zandvoort. Alboreto ed il compagno, lo svedese Stefan Johansson, sono rispettivamente 16° e 17° con un ritardo di oltre 2” e mezzo dal poleman provvisorio Nelson Piquet sulla Brabham spinta dal potente motore BMW e dalle ottime gomme Pirelli. Le Rosse stentano e si ritrovano a ridosso pure le problematiche Euro-Alfa Romeo di Patrese e Cheever. La 156-85 progettata interamente da Harvey Postlethwaite subentrato al grande Mauro Forghieri, denuncia parecchia instabilità quando affronta i sobbalzi della pista. Inoltre il motore 031 non riesce a sprigionare in curva tutta quella potenza espressa sui tratti rettilinei. Un sovralimentato che però ha cominciato a dare problemi costringendo i tecnici a diminuire la pressione, come a Zeltweg, al fine di evitare cedimenti. Insomma è un disastro, al punto che Alboreto rivela il proprio totale pessimismo, come riporta Pino Allievi su “La Gazzetta dello Sport”:” Una settimana fa si poteva ancora fare il calcolo delle piste favorevoli a noi ed alla McLaren. Adesso, per come stanno andando le cose, mi pare che tutto ci volti le spalle.” E sulla lotta al titolo, il ferrarista è categorico:” Non ci penso nemmeno.”
Se Piquet è davanti seguito dalla Williams-Honda di Keke Rosberg, Prost è terzo davanti alla Lotus-Renault di Senna e la McLaren si mostra sempre più in crescita grazie al suo sei cilindri TAG-Porsche. Il futuro “Professore” si dice soddisfatto della sua MP4/2B e non crede alla crisi Ferrari, convinto che migliorerà le proprie performances. Per contro il suo collega di box, nonché Campione del Mondo in carica Niki Lauda, mastica amaro. E’ solo decimo a sandwich tra la Brabham di Surer e la Lotus del nostro De Angelis. Il 36enne viennese non può dirsi baciato dalla fortuna dal momento che trovandosi imbrigliato nel traffico, non ha potuto sfruttare la nuova sospensione posteriore. Qualcuno vocifera che sul suo rendimento stia incidendo l’annuncio del ritiro definitivo a fine stagione (il primo era avvenuto in conclusione del ’79) proclamato in Austria. Ma Niki smentisce e rilancia affermando che sarà una ragione in più per congedarsi dal pubblico nel migliore dei modi. Bene invece il binomio Toleman-Teo Fabi, che ha registrato il 5° crono, a differenza dell’altra TG185 pilotata dal connazionale Piercarlo Ghinzani relegato in 15^ posizione. Nel weekend olandese sono emerse importanti novità sotto il profilo tecnico e sportivo. La commissione di F.1 ha infatti deciso di rottamare il progetto legato al motore da 1200 cc per i turbo del 1988. Una mossa che penalizzerebbe la Ferrari che stava investendo soldi e risorse nel programma di sviluppo, ma che dovrà ricevere ancora il beneplacito del comitato esecutivo della Federazione Internazionale.
La speranza del Cavallino di poter invertire la rotta nella seconda sessione di prove cronometrate del sabato, viene purtroppo vanificata dall’arrivo della pioggia. Nessuno si migliora, scendono in pista solo in 13 tra cui Prost protagonista di un’uscita sul terrapieno all’insidiosa curva Tarzan, senza conseguenze. I tempi sui quali viene stilata la griglia di partenza restano quelli del venerdì con Piquet in pole, Rosberg (che prenderà il volante di Lauda nell’86) al suo fianco e Prost terzo. Una mazzata per le Ferrari che partiranno in ottava e nona fila con Alboreto e Johansson, chiamati ad una rimonta disperata; in particolare Michele costretto a riacciuffare Prost. Era da 5 anni che le Rosse non si qualificavano così indietro.
Al via ecco il primo colpo di scena con Piquet bloccato complice l’aver mandato il suo BMW M12/13 sul limitatore di giri. La sua Brabham si trasforma in un ostacolo immobile e pericolosissimo che gli altri concorrenti evitano miracolosamente. Stessa sorte per la Arrows-BMW del belga Thierry Boutsen che partiva ottavo. Piquet riesce a prendere il via solo grazie alla spinta dei commissari, ma ormai la sua domenica è segnata. La testa è presa da Rosberg che la mantiene per 19 dei 71 passaggi previsti, poi tradito dal propulsore alza bandiera bianca cedendo la leadership a Senna seguito dalle due McLaren. Dietro a Prost è spuntato Lauda, che nel frattempo è risalito avendo la meglio sui rivali. La cavalcata della Lotus nera ed oro del brasiliano però non dura molto, rallentata dai problemi al turbo Renault. Dunque via libera alle vetture bianco-rosse di Ron Dennis che procedono spedite facendo presagire una corsa scontata con Prost promo scortato dal compagno. Invece ecco un nuovo colpo di teatro che animerà il finale. Tutto accade durante le soste, rese obbligatorie dall’asfalto abrasivo di Zandvoort che logora le gomme. Il primo a rientrare è Lauda al giro 20, che anticipa tutti per poter uscire alla distanza; una strategia che risulterà vincente. Infatti, dopo un pit rapidissimo si ritrova ottavo e comincia a spingere con regolarità guadagnando posizioni. Così quando Prost imbocca la pit-lane alla tornata 33, sale al comando. Ritrovatosi terzo alle spalle di Senna, il francese deve assolutamente inseguire anche per colpa di un pit-stop lento ed una volta sopravanzato il paulista va a caccia di Lauda che abilmente ha accumulato un confortevole margine. Il transalpino sigla più volte il giro veloce che farà suo col tempo di 1’16″538 al passaggio 57. In ottica campionato, Alain spera che dal muretto espongano un cartello che inviti Lauda a cedergli il primo posto, ma non accade nulla, per cui forza e s’incolla all’auto gemella. Niki però, forte della sua esperienza non si scompone e negli ultimi tre passaggi è abilissimo a respingere tutti gli assalti veementi del rivale, che rischia pure un fuori strada mettendo le ruote sull’erba. Alla fine Lauda trionfa in 1 ora 32’29”263 con un margine risicato di 232 millesimi su Prost (per la McLaren è la seconda doppietta stagionale). Più staccato è Senna ad oltre 48” e poi un sorprendente Alboreto, ottimo quarto dopo una gara d’attacco. Male invece Johansson ritiratosi al 9° giro col motore ko mentre era 11°. Scattato col coltello fra i denti, Michele ha beneficiato dei ritiri di Tambay e Warwick e dei guai di Surer trovandosi addirittura 2° nel corso della tornata 27. Nella seconda metà del G.P. e dopo la sosta al 32° giro, è piombato negli scarichi della Lotus di Senna dando vita ad una battaglia senza esclusione di colpi per la conquista del terzo gradino del podio. Lo stesso Alboreto racconterà di aver danneggiato il musetto della sua Rossa dopo aver urtato la ruota posteriore dell’avversario:” Non mi lasciava passare ed andava a zig-zag. Non è certamente questo il modo di comportarsi.” Di opinione contraria la controparte:” Ma quale ostacolato! Io faccio la mia traiettoria perché sono davanti e poi quando mai ha cercato di passarmi? E’ successo – aggiunge Senna – solo all’ultimo giro. E’ ora che Alboreto impari una volta per tutte a superare in maniera pulita. Ha cercato di buttarmi fuori con quel colpo che mi ha piazzato contro. Sono cose che non si fanno.” Ed infine, sempre davanti ai media, sferra l’ultima stoccata:” Andate a vedere le immagini di cosa ha fatto Alboreto nelle ultime gare, come ha impedito agli altri di sorpassarlo. E poi tornate a parlarmi di correttezza.”
Grazie a questo suo 25° trionfo col quale raggiunge il leggendario Juan Manuel Fangio (Jackie Stewart lo precede a 27), Lauda è raggiante perché si riscatta in una stagione incolore. Come riporta “La Gazzetta dello Sport” dichiara:” Da quasi un anno inseguivo questa affermazione. Come avrei potuti togliere il piede dall’acceleratore e dire a Prost accomodati, passa pure tu per primo sotto la bandiera a scacchi? Alain sapeva che avrei corso per me, ci eravamo spiegati prima del via e continuerò a fare così fino alla fine. Solo se all’ultima gara – promette l’austriaco – ci sarà un’estrema necessità aiuterò Prost. Ma credo che non arriveremo a quella situazione. La McLaren è troppo forte per l’attuale Ferrari.” Parole consolatrici per il secondo classificato il quale non nasconde una certa delusione. Sebbene si trovi solo in testa al mondiale, ha 3 punticini di vantaggio (56 a 53 a 5 G.P. dal termine) su un Alboreto che prima dello start pareva spacciato. “Volevo partire con penumatici più duri – rivelerà Prost – ma mi sono lasciato convincere. Forse ho sbagliato. La vittoria di Lauda da un punto di vista sportivo e della serenità del team è importante. Eravamo d’accordo di non farci favori e non mi aspettavo niente da lui.” E qui spunta un’indiscrezione curiosa raccolta da Allievi parlando con Prost, secondo cui a Zeltweg, Lauda gli avrebbe chiesto di non ostacolarlo qualora si fosse trovato in testa. Niki desiderava gustarsi la gioia del successo davanti al proprio pubblico prima di abbandonare le gare. Ed Alain rispose che non c’erano problemi. A posteriori va riconosciuto che il rapporto tra i due fu sempre corretto, senza polemiche malgrado fossero due prime guide. Ricordiamoci l’anno prima ad Estoril, il round conclusivo che incoronò Lauda per solo mezzo punto su Prost. Sul podio, oltre alle autorità, era presente anche Marlene l’affascinante moglie del viennese che ha abbracciato sia il marito iridato che lo sconfitto. Un verdetto bruciante per il transalpino, ma nelle interviste post-gara confessò che stare vicino a Niki gli permetteva di fare esperienza e crescere ulteriormente. Non a caso avrebbe vinto quattro titoli. E Lauda riconobbe sempre il talento del “Professore”, salvo muovergli l’appunto di essere un po’ troppo politico, come dichiarò anni dopo al microfono di Ezio Zermiani.
Archiviata Zandvoort, Prost guarda avanti:” Va bene per me. Era importante mettermi Alboreto alle spalle prima di Monza, dove spero che non ci siano eccessi. I tifosi italiani non vogliono rendersi conto che noi siamo più veloci della Ferrari ed allora mi fischiano. Ma anche Michele – avverte Alain – rischia di essere beffeggiato. Chi guida una Ferrari e non è competitivo non piace agli appassionati di Monza.” E sulla corsa all’iride è cauto, anche se fiducioso:” La Ferrari ha dei problemi con le sospensioni e se non trovano una soluzione sono in difficoltà. Noi possiamo vincere a Monza, mentre la Ferrari potrebbe batterci solo nel G.P. d’Australia su una pista che nessuno conosce (il tracciato stradale di Adelaide in calendario il 3 novembre – ndr ). Io per quella data, spero di aver già chiuso la lotta per il titolo e di andare ad Adelaide in vacanza.” Sul fronte opposto però, Alboreto pare rassegnato come dopo le prove, anche a fronte del regalo fattogli da Lauda che ha tolto punti preziosi a Prost:” Il mondiale è una questione che è meglio lasciar perdere. E’ chiaro che farò tutto il possibile per contrastare Prost – dice il ferrarista – ma diventa difficile. Saranno importanti i collaudi che faremo in settimana a Monza. Proveremo nuove sospensioni e capiremo in quale direzione lavorare per colmare lo svantaggio. Purtroppo non abbiamo potuto approfittare dei momenti favorevoli di inizio stagione ed ora siamo alle spalle della scuderia inglese.” Un rammarico che Michele si porterà dietro per tutto il resto della carriera. Malauguratamente le aspettative del Cavallino e dei suoi tifosi evaporeranno già dal G.P. d’Italia ed il prosieguo del campionato sarà un’autentica Via Crucis. Il bilancio finale di Alboreto conterà un 13° posto a Monza e 4 ritiri dovuti ai cedimenti delle turbine americane Garrett, scelte al posto delle tedesche KKK. Un errore imperdonabile dei vertici di Maranello (compreso il Grande Vecchio) che relegherà il ferrarista al ruolo di vice campione staccato di 20 lunghezze da Prost, il quale si fregerà della sua seconda corona. La McLaren farà proprio anche il titolo costruttori avendo la meglio sulla Ferrari indietro di otto punti. E Lauda? Negli ultimi Gran Premi non guadagnerà alcun punto ed in classifica risulterà 10°; davvero troppi i suoi undici ritiri in 16 tappe. Appagato dalla sua luminosa carriera, Niki appenderà il casco al chiodo e si dedicherà alle sue compagnie aeree. Frequenterà il Circus nel ruolo di commentatore televisivo prima e di Presidente non esecutivo della Mercedes poi, a partire dal 2012. Da quella stagione affiancherà al timone della “Stella a Tre Punte” il team boss Toto Wolff, suo connazionale, godendosi l’egemonia delle Frecce d’Argento di Lewis Hamilton e Nico Rosberg. Andrea Nikolaus Lauda si spegnerà il 20 maggio del 2019 all’età di 70 anni a causa dell’insufficienza renale che lo tormentava da tanto tempo. Era una conseguenza del drammatico schianto del Nurburgring datato 1 agosto 1976, mentre era al volante della Ferrari. Sopravvisse grazie al pronto intervento di alcuni piloti, in primis Arturo Merzario che si gettò tra le fiamme e lo estrasse dai rottami evitandogli una morte certa. Malgrado le ustioni ed i gas velenosi respirati, Lauda si riprese velocemente e dopo alcune settimane tornò al volante della 312T2 a Monza. Difese fino all’ultimo il titolo contro James Hunt che ebbe la meglio per un punto sotto il diluvio in Giappone. Niki si sarebbe rifatto nel 1977 conquistando il suo secondo mondiale in sella al Cavallino, a riprova della sua immancabile forza di volontà.