E’ la fine di un’era: Nino Schurter, leggenda assoluta della mountain bike, ha annunciato il ritiro dalle competizioni. Lo farà nella “sua” Lenzerheide, tappa di Coppa del mondo in Svizzera che ha rappresentato per lui una seconda casa. Un addio che scuote il mondo off-road e che valica i confini del movimento: Nino è stato un simbolo dello sport, capace di influenzare generazioni di biker e persino il ciclismo su strada, dove nel 2014 arrivò a sfiorare una nuova carriera.
Dopo oltre vent’anni di dominio e innovazione, lascia una scia di successi e una nuova idea di atleta. In Svizzera più di qualche volta si è conteso il titolo di sportivo dell’anno con un certo Roger Federer e altre volte ha insidiato personaggi dello sci alpino quali Didier Cuche, o di fondo come Dario Cologna.
Nino Schurter è stato una leggenda del ciclismo. Si ritira dopo aver vinto tutto e ancora competitivo all’età di 39 anni
Nino Schurter è stato una leggenda del ciclismo. Si ritira dopo aver vinto tutto e ancora competitivo all’età di 39 anni
Dieci mondiali e un oro olimpico
Nino Schurter è nato il 13 maggio 1986 a Tersnaus, nei Grigioni, ma da sempre è stato Chur ed è diventato presto il volto della mountain bike mondiale. Ha iniziato a correre da bambino, alternando sci di fondo e bici dove è stato anche campione nazionale juniores su strada, ma già nei primi anni 2000 le sue doti esplosero nel cross country.
Ha sempre corso con il tema di Thomas Frischknecht, altro mito della MTB, vale a dire con il team Scott-SRAM , dimostrando una fedeltà rara in ogni disciplina. Ma questo gli ha consentito al tempo stesso di sviluppare in continuazione il suo mezzo, cosa ancora più vitale nella MTB.
Il suo palmares è impressionante: 10 titoli mondiali elite, 8 Coppe del mondo, 4 titoli europei, un oro olimpico a Londra 2012, un argento a Pechino 2008 e un bronzo a Rio 2016. A questo si aggiungono 34 vittorie di tappa in Coppa del Mondo, record assoluto, una in più del suo storico rivale: Julien Absalon. Schurter ha elevato il livello del cross country, dominando contro ogni avversario e in ogni condizione, grazie a un mix di talento, dedizione e cura maniacale dei dettagli.
Forza ed equilibrio insieme: Schurter e il suo staff sono stati dei veri innovatori della preparazione. Tanto derivava dallo sci (foto Scott Sports)
Forza ed equilibrio insieme: Schurter e il suo staff sono stati dei veri innovatori della preparazione. Tanto derivava dallo sci (foto Scott Sports)
Innovatore tecnico
E a proposito di Absalon: è impossibile parlare di Schurter senza citare il francese. Absalon è stato il suo grande rivale per quasi un decennio: due visioni a confronto, due stili e due personalità che hanno spinto la disciplina a crescere. Se Absalon puntava sulla resistenza e la perseveranza, Nino ha portato in dote un approccio scientifico all’allenamento e uno stile di guida del tutto moderno. Uno stile che lo stesso Absalon, più vecchio di lui, si trovò in qualche modo a dover studiare per un perdere il passo. Ma questo prevedeva altri setup, altre bici.
Schurter è stato il primo a introdurre in maniera sistematica esercizi di isometria, lavori di core stability e propriocezione per migliorare la gestione della bici sui terreni più tecnici. Anche la durata delle sessioni cambiò: meno ore, più intensità, con lavori mirati per simulare gli sforzi del cross country moderno. E poi corsa a piedi, sci di fondo d’inverno, poca bici da strada rispetto ai colleghi e più enduro. Solo ultimamente aveva allungato le ore su strada e gravel.
Questo gli ha permesso di restare competitivo in ogni epoca, dalla vecchia scuola alle gare esplosive degli ultimi anni. I duelli con Absalon, in Coppa del Mondo e alle Olimpiadi, sono diventati pagine di storia: Rio 2016 resta l’icona, con Schurter campione olimpico.
Nel 2014 disputò il Tour de Suisse. Da allora ha fatto qualche altra partecipazione su strada, ma parliamo davvero di 4-5 corse
Nel 2014 disputò il Tour de Suisse. Da allora ha fatto qualche altra partecipazione su strada, ma parliamo davvero di 4-5 corse
Le sirene della strada
Ma Schurter è anche di più. E anche per lui, come altri mega campioni della MTB prima di lui erano suonate le sirene della strada. Altri guadagni, altra visibilità. Miguel Martinez fece scuola. E così ecco il 2014, l’anno in cui Schurter sfiora un cambio di carriera. Nino ha ormai 28 anni e ha vinto e rivinto praticamente tutto. Gli mancano “solo”, si fa per dire, le Olimpiadi. Ma quello è un appuntamento che si potrebbe comunque realizzare.
E così, forte dei successi in mountain bike, il campione svizzero si misura con il ciclismo su strada, correndo con Orica-GreenEdge, oggi Team Jayco-AlUla, che all’epoca aveva bici Scott. Tra una prova di Coppa e l’altra Schurter prende il via a qualche gara e a giugno eccolo al via del Tour de Suisse.
Nella seconda tappa è ottavo, in un’altra si piazza nono. Alla fine sorprende tutti chiude 15° nella classifica generale. Il suo stile aggressivo in salita e la capacità di guidare il gruppo nelle fasi tecniche non passarono inosservati. E anche a crono si difese benone, considerando che di fatto non aveva mai toccato prima quella bici… che non è affatto facile da guidare.
In molti iniziarono a chiedersi se sarebbe stato il nuovo fenomeno del ciclismo su strada. Schurter però restò fedele al suo mondo e soprattutto alla cultura off-road. Non fu neanche una questione economica, anzi… Quella stagione, con la maglia verde di Orica, resta un unicum ma anche la dimostrazione di quanto il suo talento fosse trasversale. Un corridore così avrebbe potuto fare bene nelle classiche o nelle corse a tappe brevi, ma il cuore lo riportò sempre sul terreno accidentato.
Bisogna considerare infatti che Nino è un montanaro vero, puro. Viene da Chur, nel cuore della Svizzera. Nella sua roccaforte non ci è arrivato quasi nessuno. Poche interviste. Tante uscite in solitaria. Lunghe giornate di trekking durante l’off-season. Passare alla strada sarebbe stato un salto troppo grande per lui. E forse è anche per questo se da allora, quando tutti mettevano in discussione gli stimoli in MTB, è diventato ancora più grande.
Vincendo a Lenzerheide nel 2023 Nino batte Absalon in quanto a numero di vittorie in Coppa. Qui si ritirerà il prossimo 21 settembre (foto Scott Sports)
Vincendo a Lenzerheide nel 2023 Nino batte Absalon in quanto a numero di vittorie in Coppa. Qui si ritirerà il prossimo 21 settembre (foto Scott Sports)
Cosa farà Schurter?
E’ difficile misurare l’eredità di Schurter. Ha cambiato il concetto di biker, alzando l’asticella tecnica, fisica e mentale. Ha ispirato una generazione di atleti, persino Van der Poel e Pidcock, che oggi sono due simboli e fanno la spola tra le due discipline.
Ufficialmente dice addio al cross country agonistico, ma non alla bici. In tanti scommettono che lo vedremo al via dei grandi eventi marathon: la Cape Epic è già nel suo palmarès con due vittorie, ma potrebbe tornare per divertirsi senza pressioni. Altri lo vedono proiettato verso il gravel, disciplina in piena esplosione e ideale per un campione come lui, abituato alla tecnica e alla resistenza. E poi ci saranno le iniziative con Scott, il brand con cui ha fatto la storia, e il ruolo di ambasciatore globale per la MTB. Nino non smetterà mai di pedalare, perché la bici per lui è più di una professione: è una parte di vita che non conosce traguardi.