di
Federica Maccotta

L’anime sulla band Huntr/x è il titolo che ha incassato di più al botteghino nel weekend negli Usa ed è il film di animazione più visto di sempre sulla piattaforma

Si chiamano Rumi, Mira e Zoey e sono le nuove eroine da record della musica. Anche se non sono star in carne e ossa, ma le protagoniste di KPop Demon Hunters, l’anime firmato Netflix e Sony Pictures Animation che, dopo aver scalato le classifiche della piattaforma di streaming, è sbarcato anche al cinema negli Usa nel weekend appena passato. Incassando, secondo le stime, circa 18 milioni di dollari: è il primo titolo di Neflix, in 18 anni di storia, ad arrivare al numero 1 al botteghino

Il successo di KPop Demon Hunters, prodotto negli Stati Uniti, si collega al fenomeno k-pop, genere musicale coreano amatissimo in tutto il mondo (tar i gruppi più famosi basti citare i BTS e le Blackpink, che si sono da poco esibite anche a Milano). Il film di animazione, con la regia di Maggie Kang e Chris Appelhans, racconta le avventure di Huntr/x, un gruppo k-pop immaginario formato da Rumi, Mira e Zoey (a cui prestano le voci, rispettivamente, le attrici Arden Cho, May Hong e Ji-young Yoo). 



















































Oltre a essere delle popstar, le tre componenti della band sono anche guardiane segrete del mondo: proteggono cioè i loro fan da minacce soprannaturali. E si trovano ad affrontare la loro controparte cattiva, i Saja Boys, un’altra band di k-pop immaginaria. Non è immaginario invece il successo che i pezzi dei due gruppi stanno ottenendo nelle classifiche musicali globali, da Spotify (in questo istante nella Top 50 Globale sei delle prime dieci posizioni sono occupate da brani del film) a Billboard.  

Sbarcato su Netflix il 20 giugno, KPop Demon Hunters è il film di animazione più visto di sempre sulla piattaforma: in Italia oggi è al quinto posto della top 10 dei film più visti. E nel weekend appena trascorso è stato distribuito anche al cinema negli Stati Uniti, portando a casa un risultato da record. Secondo le stime di tre studi rivali (non ci sono dati ufficiali perché Netflix segue la politica di non dichiarare le vendite dei biglietti) nel fine settimana l’anime ha incassato tra i 16 e i 18 milioni di dollari, piazzandosi in testa alla classifica. Le proiezioni-karaoke in 1.750 sale hanno scalzato dal vertice il successo horror di Zach Cregger Weapons, che ha incassato 15,6 milioni di dollari.

Per cercare di capire il successo planetario di KPop Demon Hunters, la Cnn ha chiesto ai bambini tra i 5 e i 15 anni che lo stanno guardando senza sosta (come Lori Anne Porter, 11 anni, che l’ha già divorato più di 50 volte) di spiegare perché lo amino. Secondo molti dei giovani intervistati, scrive la testata, l’anime «non è una storia sdolcinata e semplicistica del bene che trionfa sul male, ma piuttosto una toccante esplorazione dell’identità e dell’accettazione di sé». Come spiega Zuri Reid, 10 anni: «Il punto di vista da cui nasce è: “Va bene essere se stessi. Non devi sempre cercare di nascondere la tua personalità solo per mostrarla a qualcuno e farti apprezzare”». Una lezione di vita, animata e non. 

25 agosto 2025