di
Chiara Bidoli

Una ricerca inglese ha mostrato che per superare lo stigma sugli effetti del ciclo mestruale e aumentare la consapevolezza sulle fasi della vita di una donna (compresa la menopausa) è necessario coinvolgere anche i maschi sin da piccoli

Come le mestruazioni impattano su umore, benessere generale e prestazioni scolastiche potrebbe diventare argomento di studio, almeno in Inghilterra. Secondo uno studio, condotto dall’University College di Londra, basato su sondaggi e gruppi di discussione e pubblicato sulla rivista accademica Women’s Health, è emerso che i ragazzi vorrebbero saperne di più sul ciclo mestruale, non solo da un punto di vista fisiologico. 

In Inghilterra l’educazione sessuale (nota anche come educazione alle relazioni) è obbligatoria nelle scuole primarie e secondarie dal 2020, e all’inizio di quest’anno è stata aggiornata per includere argomenti di salute  come, per esempio, l’endometriosi,  la sindrome dell’ovaio policistico o il sanguinamento mestruale eccessivo. La ricerca, però, ha evidenziato che il tempo dedicato a queste tematiche è considerato troppo poco e per lo più gli argomenti sono trattati solo da un punto di vista fisiologico. «Educare gli studenti sulle mestruazioni è obbligatorio nelle scuole in Inghilterra e Galles, ma sappiamo che per molti si tratta solo di due lezioni in tutta la carriera scolastica (scuola primaria e secondaria) – spiega l’autrice della ricerca, la professoressa Joyce Harper dell’Institute for Women’s Health dell’University College di Londra. -Dal nostro sondaggio emerge anche che queste lezioni si concentrano ancora solo sugli aspetti fisiologici.  Quello che, invece, le donne che hanno partecipato allo studio chiedono è che le lezioni siano molto più complete e coprano tutti gli argomenti, dagli effetti delle mestruazioni sulla psiche, sul benessere generale, sulle prestazioni scolastiche e sportive ma anche cosa si intende, per esempio, per sanguinamento anomalo». 




















































Lo studio

L’analisi comprendeva anche dei gruppi di discussione da cui è emersa la necessità che le lezioni dovessero prevedere sia momenti dedicati solo alle ragazze, in modo da facilitare la comunicazione,  ma anche occasioni di confronto che comprendessero anche i maschi. «Dai nostri gruppi di discussione è emersa la necessità che anche i ragazzi dovessero essere coinvolti. Le sessioni miste sono fondamentali per migliorare la comprensione generale sul tema e potrebbero aiutare i maschi a comprendere e supportare le amiche, e future partner, durante le varie fasi della vita, anche durante la menopausa», spiega Harper.

I gruppi di discussione hanno coinvolto 55 donne inglesi tra i 18 e i 40 anni, a cui sono state formulate diverse domande sulla loro esperienza rispetto alle mestruazioni: Come ti senti riguardo al ciclo mestruale? Come influisce il ciclo sul tuo benessere? Come gestisci il ciclo mestruale e di cosa hai bisogno (es. cibo, esercizio fisico, app per il ciclo, supporto sul lavoro)? Ne parli con amici o partner? Come potremmo migliorare l’educazione sulle mestruazioni? Com’è stata la tua educazione scolastica sui temi di salute? 

Quello che emerso dalle interviste  è che le partecipanti hanno evidenziato una grave mancanza di educazione sul tema. «La priorità dovrebbe essere insegnare l’applicazione pratica dei cambiamenti ormonali, spiegando come influenzino l’umore, la socialità, le prestazioni fisiche e scolastiche», conclude Harper.

I risultati 

Nelle conclusioni del loro rapporto, i ricercatori affermano che le mestruazioni continuano a essere «fortemente stigmatizzate» e che «la mancanza di educazione e normalizzazione dei cicli difficili impedisce alle persone di cercare aiuto». La coautrice dello studio, Caroline Musulin, che ha condotto il gruppo di studio delle 18-25enni, ha precisato: «Molte donne sopportano problemi mestruali più a lungo del necessario a causa dell’incapacità di parlare apertamente, della paura di essere ignorate dai professionisti sanitari, della convinzione che si tratti “solo” di un ciclo doloroso e che non si debba parlarle. Lo stigma, il segreto e l’aspettativa di “resistere”  ai dolori mestruali contribuiscono alla sistematica sottovalutazione del disagio mestruale».

Natania Yeshitila, l’altra coautrice dello studio che ha condotto il confronto tra le 26-40enni, ha aggiunto: «Le partecipanti sentivano fortemente che questo aspetto mancava nella loro educazione. Molte credevano che processi fisiologici normali, come le perdite vaginali, fossero anormali. La mancanza di educazione su come fattori esterni, come lo stress e i metodi contraccettivi, possano influenzare il ciclo mestruale è un altro punto di confusione».

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25 agosto 2025