A inizio stagione era emersa la possibilità che la FIA aumentasse il limite di velocità in pit lane in alcuni appuntamenti della stagione, in modo da offrire alle squadre più opzioni strategiche e cercare di rendere le gare più movimentate.
Non è un mistero che la Formula 1 stia infatti cercando da tempo soluzioni per animare quei Gran Premi che offrono poca azione. Per questo, a Zandvoort il limite di velocità in pit lane sarà innalzato dai 60 km/h delle passate edizioni agli 80 km/h introdotti quest’anno, come confermato da Pirelli.
Ci sono circuiti in cui, per le caratteristiche del tracciato, i sorpassi risultano complicati, ma non è l’unico fattore. Spesso i team optano per la strategia a singola sosta, riducendo al minimo le possibilità di vedere una variazione di classifica anche ai box.
Nico Hulkenberg, Sauber, Carlos Sainz, Williams
Foto di: Sam Bagnall / Sutton Images via Getty Images
La strategia a singolo pit stop è considerata dai team l’opzione più sicura, soprattutto nei weekend in cui recuperare il tempo perso con una sosta extra o tentare un sorpasso risulta complicato. A favorire questa scelta è anche la grande solidità raggiunta dagli pneumatici, spesso in grado di completare l’intera distanza di gara con un solo cambio.
Per questo Pirelli ha iniziato a proporre mescole più tenere in alcuni appuntamenti, con l’obiettivo di avvicinare la strategia a singola sosta a quella a due fermate e aumentare l’incertezza o, quantomeno, rendere più centrale la gestione gomma. L’esempio più chiaro è quello dell’Ungheria, dove Lando Norris ha vinto fermandosi una sola volta, nonostante la McLaren avesse inizialmente puntato su due pit stop.
Tuttavia, Pirelli è ben consapevole che i casi in cui i team scelgono strategie significativamente diverse sono rari: oltre a Imola, unico altro esempio concreto, gare come Arabia Saudita e Miami hanno offerto pochi spunti tattici, concentrando l’attenzione soprattutto sulla gestione delle gomme.
Per questo sono state avanzate due possibili alternative: da un lato il salto di mescola, per aumentare ulteriormente il divario tra i compound forniti da Pirelli; dall’altro, l’aumento della velocità in pit lane, che ridurrebbe il tempo perso ai box e renderebbe la strategia a due soste più appetibile rispetto a oggi.
La FIA aveva già chiarito a inizio stagione che, per ragioni di sicurezza, non avrebbe innalzato a 100 km/h il limite di velocità in pit lane per quelle gare oggi si può andare al massimo a 80 km/h. L’idea, infatti, era quella di modificare il limite in alcuni weekend specifici, come in Olanda e Singapore, oltre all’Australia, per cui è già previsto un completo rifacimento della pit lane entro il 2028.
Il primo passo in questa direzione sarà visibile già questo weekend, perché la Federazione ha deciso di alzare il limite di velocità in pit lane di 20 km/h, portandolo a 80 km/h, nonostante quella di Zandvoort sia tra le più strette del calendario, motivo per cui in passato era stato fissato un vincolo più basso rispetto ad altri circuiti.
Max Verstappen, Red Bull Racing RB20, in pit lane
Foto di: Andrew Ferraro / Motorsport Images
La pista olandese ha una delle pit lane più corte del mondiale, tanto che già attualmente, nonostante il limite fissato a 60 km/h, ha una pit loss, ossia il tempo perso per la sosta, tra le più basse del mondiale, attorno ai 21 secondi. Un eventuale aumento a 80 km/h potrebbe non avere un impatto così significativo sulla gara: secondo le stime di Pirelli, il miglioramento sarebbe contenuto tra i due e i tre secondi.
Il fatto di dover recuperare “solo” 18/19 secondi potrebbe però incentivare i team a provare qualcosa di differente, soprattutto se non si ritrovassero nel traffico e ci fosse un delta prestazionale evidente, anche considerando che quest’anno ci saranno mescole più tenere per provare a vivacizzare ulteriormente un GP che spesso non ha regalato emozioni sul piano tattico.
Tuttavia, considerata la difficoltà di sorpasso, generalmente possibile solo in zona DRS, anche Pirelli ritiene probabile che le squadre continuino a optare per una singola sosta, concentrandosi soprattutto sulla durata ottimale delle gomme per evitare cali di prestazione marcati. Un effetto più significativo potrebbe invece vedersi a Singapore, dove l’aumento della velocità in pit lane potrebbe ridurre il tempo perso di circa cinque secondi.
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