Quello che colpisce immediatamente di Attic Above Garden non è tanto la sua forma, quanto il suo movimento: fluido, libero, quasi inafferrabile. Questo progetto firmato RAD+ar (Research Artistic Design + architecture), studio con sede a Bali e Jakarta, nasce dall’idea di stravolgere la percezione classica dell’attico, che da semplice copertura diventa elemento generatore di spazi, simbolo di una nuova identità abitativa. L’intervento riguarda la ristrutturazione di una casa destinata a due architetti, e si manifesta come un’esplorazione spaziale audace: quattro volumi introflessi che paiono sospesi sopra un giardino, generando vuoti inversi e una trama di pieni e spazi d’aria. A questa articolazione esterna corrisponde un interno tutt’altro che convenzionale, che sfida anche il paradigma della “casa di creativi” a cui siamo abituati e sembra uscire dalla testa di uno scenografo hollywoodiano.
Ernest Theofilus
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Gli ambienti sono aperti, privi di corridoi o partizioni rigide. La casa si attraversa con naturalezza, tra zone giorno fluide, luce naturale, ampie vetrate e arredi strategicamente disposti per accompagnare – mai interrompere – il flusso abitativo. Anche le funzioni sono mobili: il soggiorno si fonde con la cucina, il confine tra relax e lavoro è volutamente sfumato. Si respira una sensazione di libertà e gioco, confermata anche dalla presenza di una parete per arrampicata indoor. In netto contrasto con la volumetria scultorea, la matericità è sobria: cemento a vista, legno chiaro, superfici lisce, tonalità naturali e una coerenza cromatica che si spezza soltanto nel blocco cucina, rivestito in acciaio inox. Le scale sono nascoste, discrete, riconoscibili solo per la loro texture più grezza e per un tono più scuro.
Ernest Theofilus
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Una casa che è anche un manifesto: niente quadri, niente colori forti, nessun cliché. Eppure, è proprio in questa rinuncia che risiede la sua forza. La libertà si esprime nella geometria fluttuante, nell’essenzialità degli arredi, nell’assenza di gerarchie tra gli spazi. Spiccano il conversation pit incassato nel pavimento, la lampada Nessino di Artemide, la poltrona IKEA Dyvlinge, già cult – tutti elementi che raccontano uno stile essenziale, ma non freddo, progettato per essere abitato nel tempo e che sa miscelare design d’autore, nuove icone ed elementi su misura.
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www.radarchitecture.net
www.ernesttheofilus.com
Stefano Annovazzi Lodi è un contributor freelance che per Elledecor si occupa principalmente di design e progetti culturali. Pare che da anni si stia dedicando a un romanzo con cui vincerà il Nobel, nel frattempo ripassa il discorso di accettazione e lavora come story editor per una casa di produzione di Roma.