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Sven Liebich, un neonazista molto conosciuto in Germania per essere stato legato in passato al gruppo Blood and Honour (Sangue e Onore), avrebbe cambiato sesso, riconoscendosi donna e cambiando il suo nome in Marla-Svenja Liebich, per scontare una condanna per estremismo nel carcere femminile di Chemnitz, piuttosto che in una prigione maschile. 


APPROFONDIMENTI

L’accusa – Sven Liebich ha ricevuto un ordine di comparizione per il prossimo 29 agosto presso il carcere di Chemnitz, nello stato federale della Sassonia-Anhalt, dove dovrà iniziare a scontare una pena detentiva di un anno e mezzo senza possibilità di libertà vigilata. Il provvedimento è stato emesso dalla magistratura di Halle, a seguito di una sentenza definitiva pronunciata nel luglio 2023. In quell’occasione, il tribunale ha riconosciuto Liebich colpevole dei reati di incitamento all’odio, ingiuria e diffamazione. L’uomo aveva successivamente presentato ricorso in appello, ma la corte ha respinto la sua istanza, rendendo esecutiva la condanna. La data di inizio della reclusione è stata comunicata mercoledì tramite un post pubblicato dallo stesso Liebich sul proprio profilo X. Secondo quanto riportato da diversi media tedeschi, Liebich in passato avrebbe avuto legami con il gruppo neonazista Blood and Honour, un’organizzazione estremista messa al bando in Germania.

La polemica – La decisione di assegnare Liebich al carcere femminile di Chemnitz si fonda su due criteri ben precisi, come spiegato dalla procura di Halle. Secondo quanto dichiarato dal portavoce Benedikt Bernzen, la scelta è stata determinata dal sesso femminale riconosciuto nei registri ufficiali e dalla sua residenza nello stato federale della Sassonia-Anhalt. La struttura di Chemnitz è infatti l’unico istituto penitenziario della regione destinato esclusivamente alle detenute. Per questo motivo, in conformità con le norme vigenti e i criteri di assegnazione, è stata individuata come la destinazione adeguata per l’esecuzione della pena. In questo caso il quotidiano locale Mitteldeutsche Zeitung ha citato il ministero della Giustizia della Sassonia sottolineando come in alcuni casi si possano richiedere relazioni psicologiche o mediche aggiuntive per dimostrare che qualcuno possa avere cambiato l’indicazione del proprio sesso per influenzare intenzionalmente le condizioni della propria detenzione.


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