Gal Gadot non parteciperà alla Mostra del cinema di Venezia e la presenza di Gerard Butler è ancora da confermare. Nonostante sia circolata nelle scorse ore la notizia che nessuno dei due sarà presente alla manifestazione, arriva la rettifica dell’ufficio stampa del film In the hand of Dante, di cui entrambi gli attori sono protagonisti per la regia di Julian Schnabel. A Vanity Fair ha comunicato che Gal Gadot non era mai stato in predicato di partecipare all’evento per motivi personali e che sulla partecipazione di Gerard Butler non si hanno ancora certezze.

Il collettivo Venice4Palestine (V4P) aveva infatti chiesto alla Biennale azioni concrete a favore della Palestina, tra cui il ritiro dell’invito a partecipare alla Mostra, si legge nel testo, a chi «sostenga pubblicamente e attivamente il genocidio», in particolare si fa riferimento a Gerard Butler e Gal Gadot.

Il sostegno a Israele di cui si parla nella lettera è legato alle foto del The Israel Defense Forces (FIDF) Western Region Gala al The Beverly Hilton Hotel di Los Angeles e risalirebbe al 2018, data delle immagini che ritraggono Butler assieme a molti altri colleghi di Hollywood, inclusi Al Pacino e Ashton Kutcher.

Nel 2018 all’evento, Gerard Butler con Andy Garcia e Fran Drescher

Shahar Azran/Getty Images

Ecco l’appello del collettivo, che conta 1500 firme, tra cui quelle dei registi Marco Bellocchio, Ken Loach, Matteo Garrone e Mario Martone e di artisti come Anna Foglietta, Alba Rohrwacher e Carlo Verdone. Venice4Palestine ha organizzato un corteo per il 30 agosto al Lido di Venezia: «Il genocidio è sotto gli occhi di tutte e tutti. (…) Nel momento in cui gli occhi del mondo saranno puntati su Venezia e la Mostra del Cinema, abbiamo il dovere di far sentire la voce di tutte le persone che si indignano e si ribellano: puntiamo allora i riflettori della Mostra sulla Palestina. Non vogliamo più sentirci impotenti, Israele va fermato!».

La risposta della Biennale è arrivata tramite il suo ufficio stampa che ha diramato una nota lo stesso giorno, il 22 agosto scorso: «In merito alla vostra Lettera aperta ricevuta oggi sulla Palestina, ricordiamo che la Biennale di Venezia e la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica sono sempre stati, nella loro storia, luoghi di confronto aperti e sensibili a tutte le questioni più urgenti della società e nel mondo. Ne sono testimonianza innanzitutto le opere presentate, e ciò accade quest’anno con il film The Voice of Hind Rajab della regista Kaouther Ben Hania, in Concorso, ed è accaduto l’anno scorso con Of Dogs and Men di Dani Rosenberg, in Orizzonti. Vanno ricordate peraltro le parole espresse sul tema dal Presidente della Biennale e dal Direttore della Mostra il 22 luglio scorso alla presentazione del programma di Venezia 82, nonché le dichiarazioni in occasione dell’apertura della Biennale Architettura 2025 e della Biennale Arte 2024, e la lectio magistralis di Luciano Violante Domicidio, tenuta il 17 giugno scorso all’Arsenale. La Biennale comunica infine che è, come sempre, aperta al dialogo».