di
Dimitri Canello
L’artista di Montebello Vicentino, 78 anni, ha lanciato un nuovo disco: «Tutta questa energia me la dà la musica. Una persona che mi manca oggi? Sammy Basso»
A 78 anni continua a calcare i palchi di tutta Italia, con l’entusiasmo e la passione di sempre. Giuliano Cederle non è soltanto il volto e la voce de «Il ballo di Simone», tormentone che nel 1968 fece ballare un Paese intero portando il gruppo Giuliano e i Notturni fino alla terza posizione della hit parade, ma è diventato negli anni un vero e proprio punto di riferimento per la musica vicentina. Nato a Montebello Vicentino, vincitore di ben cinque puntate dello storico programma televisivo Settevoci, Cederle ha costruito un percorso musicale fatto di successi, riconoscimenti e soprattutto di un rapporto sempre vivo con il suo pubblico. Nonostante siano passati oltre cinquant’anni dal suo debutto, oggi continua a definirsi con orgoglio cantautore e a portare in giro le sue canzoni, mantenendo intatta l’energia che lo contraddistingue fin dagli esordi.
Giuliano Cederle, a fine maggio ha fatto uscire un nuovo disco. Come sta andando?
«Si chiama “Sempre insieme a Simone”, è uscito negli ultimi giorni di maggio. È andato fortissimo, ha raccolto e sta raccogliendo migliaia di visualizzazioni. È una soddisfazione vedere che la gente mi vuole ancora bene».
È uscita da poco una raccolta con le sue canzoni storiche. Ce ne parla?
«Si tratta di una raccolta di 22 brani degli anni Sessanta, dove c’è anche una nuova versione del Ballo di Simone. Mi sono emozionato quando l’ho completata e devo dire che le risposte della gente sono state la più bella sorpresa che potessi ricevere».
A 78 anni continua con la stessa energia. Da dove nasce questa forza?
«La musica è la mia passione, non mi abbandona neanche adesso che ho 78 anni».
Il pubblico è ancora affezionato alle sue canzoni?
«Assolutamente sì. Sono richiesto anche all’estero, in Svizzera per esempio, a Lucerna. Voglio ancora ascoltarmi e condividere emozioni con chi mi segue».
Ha suonato di recente in Campania. Che accoglienza ha trovato?
«Sabato sera ho cantato in un paesino vicino a Sapri. Ho ricevuto tanti consensi, è stato davvero emozionante».
Che idea ha dei tormentoni musicali di oggi?
«Ci sono ancora, ma durano poco. Quelli di un tempo li senti ancora dopo quarant’anni. In generale, la qualità della musica attuale è peggiorata».
Che atteggiamento ha nella vita quotidiana?
«Cerco di essere positivo e mi attacco alle cose belle che ho».
Le stragi del sabato sera la toccano molto, vero?
«Sì, sono emotivo e mi fanno soffrire. È triste vedere ragazzi che vogliono solo divertirsi e perdono la vita in modo assurdo. Per questo non leggo più i giornali: troppa cronaca nera».
Come immagina il tempo che le resta?
«Voglio viverlo alla grande, con serenità e senza pensare alle disgrazie che ci sono. Voglio essere positivo e cerco positività. Questo mi aiuta ad andare avanti».
Si impegna anche nel sociale. In che modo?
«Collaboro con la Città della Speranza da tempo, mi riempie di gioia poter aiutare chi ne ha bisogno».
Era molto vicino a Sammy Basso. Che ricordo ha di lui?
«Sì, ero molto legato a Sammy. Era un ragazzo straordinario, di un’intelligenza unica. Mi manca tanto, mi sembra ieri che l’ho visto l’ultima volta. Ma il tempo vola e purtroppo a volte se ne vanno i migliori».
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25 agosto 2025
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