Molto rumore per nulla. Gianpiero Demartis, 57 anni, non è morto a causa della scarica elettrica dovuta al taser utilizzato dai due carabinieri intervenuti per calmarlo. A stabilirlo è il consulente della procura di Tempio Pausania, provincia di Olbia che scrive, il decesso “è ascrivibile ad uno scompenso cardiaco in cardiopatia ischemica (presenza di stent coronarico)”.
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19 Agosto 2025
L’esito dell’autopsia
Concluse le operazioni autoptiche su Gianpiero Demartis, il consulente della procura Salvatore Lorenzoni parla quindi di un infarto legato ad altre problematiche, come l’assunzione di sostanze stupefacenti la cui natura sarà chiarita dall’esame tossicologico dei prossimi giorno. “Da segnalare inoltre emorragia subaracnoidea ed edema cerebrale, anche questi verosimilmente dotati di un ruolo letifero e imputabili sia al trauma cranico che al rialzo pressorio (a sua volta correlabile all’assunzione di droga e allo stato di agitazione psicomotoria). Eseguiti rilievi fotografici di tutte le fasi ed effettuati prelievi di liquidi e tessuti”.
I fatti
Gianpiero Demartis, originario di Bultei ma residente tra Sassari e Olbia “in evidente stato di alterazione”, la sera di sabato 16 agosto stava aggredendo i residenti del quartiere olbiese Santa Mariedda che hanno immediatamente avvisato le forze dell’ordine. Quandi i carabinieri sono arrivato l’uomo non ne voleva sapere di calmarsi e ha anche aggredito con un colpo uno dei due, motivo per cui i militari hanno azionato il taser e, come da protocollo, avvisato il 118 subito dopo. L’uomo dopo 40 minuti è morto in ambulanza durante il trasporto in ospedale.
Gli indagati
I due militari del reparto operativo di Olbia sono stati iscritti nel registro degli indagati, il capo scorta che nel tentativo di bloccare l’uomo in via San Michele a Olbia è stato ferito al volto da Demartis, e il collega che ha utilizzato il taser. Tramite il Sic, sindacato indipendente carabinieri che ha incaricato la legale del foro di Milano Maria Paola Marro, esperta di diritto militare, è stato nominato un consulente che ha assistito all’autopsia, il dottor Francesco Serra dirigente medico della Asl di Sassari. Nessun consulente è stato invece nominato dalla famiglia della vittima.