Chiedere il rinnovo dell’Assegno di inclusione, la prestazione che ha sostituito il reddito di cittadinanza, adesso è più semplice. La presa in carico dei beneficiari avverrà direttamente a domicilio o tramite web. La semplificazione interessa i primi nuclei che hanno fatto domanda di accesso all’Adi, ovvero quelli che hanno presentato l’istanza a cavallo tra il dicembre del 2023 e il gennaio dell’anno successivo, e che hanno percepito l’assegno fino a giugno, dunque per 18 mensilità, periodo decorso il quale le erogazioni si interrompono (per almeno un mese) in attesa del mese.
Assegno di inclusione, cosa cambia?
I nuclei familiari che hanno chiesto di fruire dell’Adi per altri 12 mesi e la cui domanda di rinnovo è stata accolta, hanno 120 giorni di tempo dalla consegna del Pad, il patto di attivazione digitale, per presentarsi davanti ai servizi sociali, altrimenti perdono il diritto alla prestazione. Per quanto riguarda i nuclei composti da componenti esonerati dagli obblighi di attivazione il ministero del Lavoro ha reso noto, con la nota protocollata n° 10558 dell’8 agosto, che l’incontro con i servizi sociali potrà avvenire con collegamento da remoto, quindi anche tramite videochiamata, oppure per mezzo di visite domiciliari.