La sospensione del vaccino Ixchiq da parte della FDA scuote Valneva: quattro casi di gravi effetti collaterali, crollo in borsa e timori per la salute globale.
Oggi, 25 agosto, le autorità sanitarie statunitensi hanno sospeso con effetto immediato la licenza del vaccino Ixchiq, prodotto dall’azienda franco-austriaca Valneva, contro il virus chikungunya.
La decisione, annunciata dalla Food and Drug Administration (FDA), è stata motivata dalla segnalazione di quattro nuovi casi di gravi effetti collaterali, tre dei quali hanno coinvolto persone di età compresa tra i 70 e gli 82 anni. La notizia ha scatenato un terremoto finanziario, con le azioni di Valneva che hanno perso oltre il 26% alla Borsa di Parigi, scendendo a 3,73 euro per azione dopo aver toccato un minimo di 3,566 euro.
La genesi di Ixchiq e il suo ruolo nella salute globale
Ixchiq, approvato dalla FDA nel novembre 2023, rappresenta una delle sole due vaccinazioni autorizzate negli Stati Uniti per contrastare la chikungunya, una malattia virale trasmessa dalle zanzare Aedes, nota per sintomi debilitanti come febbre alta e dolori articolari intensi. Simile a dengue e Zika, la chikungunya è raramente fatale, ma comporta rischi significativi per neonati e anziani. La sua diffusione globale, amplificata dal cambiamento climatico che favorisce l’espansione delle zanzare vettori, ha spinto esperti di salute pubblica a considerarla una potenziale minaccia pandemica.
Nel luglio 2025, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato un allarme, rilevando segnali simili a quelli di un’epidemia di due decenni fa, che colpì quasi mezzo milione di persone. In Europa, il 2025 ha registrato un record di 27 focolai di chikungunya, secondo il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC).
I motivi della sospensione
La sospensione della licenza di Ixchiq si basa su dati aggiornati del sistema di sorveglianza statunitense VAERS (Vaccine Adverse Event Reporting System), che ha riportato quattro nuovi casi di eventi avversi gravi coerenti con i sintomi della chikungunya, verificatisi al di fuori degli Stati Uniti. Tre di questi casi hanno riguardato persone anziane, tra i 70 e gli 82 anni. Valneva ha precisato che i sintomi osservati sono coerenti con quelli già noti dagli studi clinici e dall’esperienza post-commercializzazione, soprattutto tra gli anziani, per i quali il foglietto illustrativo di Ixchiq include avvertenze specifiche. La sospensione arriva poche settimane dopo che la FDA, il 6 agosto, aveva revocato una pausa temporanea sull’uso del vaccino per gli over 60, decisione presa dopo un’indagine su eventi avversi gravi, principalmente in persone con condizioni di salute preesistenti.
La risposta di Valneva
In una dichiarazione ufficiale, il CEO di Valneva, Thomas Lingelbach, ha ribadito l’impegno dell’azienda a garantire l’accesso al vaccino come strumento di salute globale: “Mentre valutiamo i prossimi passi, e con la chiara minaccia della chikungunya che continua a crescere a livello globale, Valneva rimane pienamente impegnata a mantenere l’accesso al nostro vaccino come strumento di salute globale per affrontare e prevenire focolai di questa malattia devastante”. L’azienda sta analizzando i casi segnalati e, se necessario, intraprenderà ulteriori azioni in risposta alla decisione della FDA. Valneva ha anche sottolineato il suo impegno a collaborare con le autorità sanitarie nei paesi dove Ixchiq è autorizzato, con l’obiettivo di accelerare l’accesso al vaccino nelle nazioni a basso e medio reddito colpite da focolai di chikungunya, come quello recente a La Réunion.
Impatto finanziario e reazioni del mercato
La sospensione ha avuto un impatto immediato sul valore azionario di Valneva, con un crollo del 26,07% in apertura alla Borsa di Parigi. Le vendite di Ixchiq hanno generato 7,5 milioni di euro nella prima metà del 2025, rappresentando oltre l’8% delle vendite totali di prodotti dell’azienda, pari a 91 milioni di euro. Una parte significativa di queste entrate è derivata da una consegna straordinaria di dosi per contrastare un focolaio a La Réunion. Nonostante l’incertezza, Valneva ha dichiarato di non voler modificare le proprie previsioni di fatturato per il momento, ma sta valutando l’impatto finanziario di un possibile ritiro definitivo del vaccino negli Stati Uniti.
Il contesto della chikungunya e i rischi per gli anziani
La chikungunya, originaria dell’Africa orientale negli anni ’50, si è diffusa in oltre 110 paesi in Asia, Africa, Europa e Americhe dal 2004, con oltre 3,7 milioni di casi segnalati nelle Americhe tra il 2013 e il 2023. I sintomi, che includono febbre, dolori muscolari e articolari, mal di testa, nausea e rash, possono persistere per settimane o anni, con un impatto debilitante sulla qualità della vita. Sebbene raramente fatale, la malattia presenta un rischio maggiore per neonati e anziani, specialmente quelli con condizioni croniche. Ixchiq, un vaccino a virus attenuato, può causare sintomi simili a quelli della chikungunya, un aspetto già noto e riportato nelle avvertenze del prodotto. La recente sospensione segue una precedente pausa nell’uso del vaccino per gli over 60, raccomandata dalla FDA e dall’EMA a maggio 2025, dopo segnalazioni di 17 eventi avversi gravi, inclusi due decessi, in persone di età compresa tra 62 e 89 anni.