di
Luigi Ferrarella
La donna che nel 2022 ha lasciato morire di stenti a Milano la figlia di 18 mesi secondo i periti ha un deficit cognitivo «ma non tale da interferire sulla capacità di giudizio»; ha una immaturità affettiva «residuo di disturbi del neurosviluppo risalenti all’infanzia», eppure è «empatica» e ha «efficienti competenze decisionali»
Di una persona si fa presto a dire è pazza «e quindi» incapace di intendere e volere. Invece un conto «è il “reato di” un malato di mente», altro conto «è il “reato in” un malato di mente». Certo, se uno ha un vizio di mente, esso si traduce in un disordine comportamentale che precede, accompagna e segue il reato. Ma anche una persona con disturbi mentali può essere ritenuta penalmente imputabile qualora non abbiano inciso funzionalmente sul suo comportamento criminale, dispiegatosi in spazi convenzionali di libertà e autonomia. E appunto questo – per i tre periti incaricati sei mesi fa dalla Corte del processo d’Appello ad Alessia Pifferi – sarebbe il caso della madre di 40 anni (compiuti domenica) condannata nel maggio 2024 in primo grado all’ergastolo per aver lasciato la figlia di 18 mesi, Diana, sola in casa a morire disidratata con appena «due biberon di latte, due bottigliette d’acqua e una di “teuccio”» dal 14 al 20 luglio 2022.
Lo psichiatra Giacomo Francesco Filippini, il neuropsichiatra infantile Stefano Benzoni e la neuropsicologa Nadia Bolognini, dopo osservazione clinica, test in carcere a Vigevano, e studio dei documenti scolastici, rilevano che in Pifferi «l’intelligenza logico-deduttiva è scarsa se si cimenta in ragionamenti astratti e inusuali», ha problemi di «memoria a breve termine», ma mantiene «efficienti competenze decisionali e di cognizione sociale», e ha persino «buone capacità di empatia, cioè di riconoscimento delle emozioni». Dunque è «settoriale la sua fragilità cognitiva», che, «accompagnata da immaturità affettiva», è «residuo di disturbi del neurosviluppo» risalenti «all’infanzia-adolescenza e complessivamente evoluti in senso migliorativo in età adulta»: ma questo «deficit cognitivo è scarsamente incidente» su Pifferi, nel senso che «non invalida significativamente il suo funzionamento psico-sociale».
«La mia mente si era disconnessa», è la spiegazione di Pifferi per l’abbadono di Diana, ma per i periti questa riferita disconnessione «riguarda il suo essere madre, non è il frutto di una mancata comprensione delle conseguenze dell’abbandono della bambina», «non è episodio di amnesia o dissociazione». Insomma, c’è in Pifferi un «disturbo diagnosticato», ma «non è di gravità tale» da aver «potuto eziologicamente interferire sulle capacità di intendere e/o di volere, scemandole grandemente» e «tantomeno escludendole del tutto nel lasso di tempo in cui è perdurato» l’abbandono della bimba.
La consulenza collegiale d’Appello (che sarà discussa nell’udienza del 24 settembre insieme ai consulenti del difensore Alessia Pontenani e della pg Lucilla Tontodonati) approda quindi alla medesima imputabilità di Pifferi sostenuta in primo grado dal consulente Elvezio Pirfo della Corte d’Assise, e base poi dell’ergastolo sollecitato dal pm Francesco De Tommasi. Ma lo fa con un percorso diverso, sicché è immaginabile che la difesa punti a valorizzare i riconosciuti disturbi mentali per chiedere ai giudici di comunque soppesarli ai fini delle attenuanti generiche, la cui concessione eliminerebbe l’ergastolo. E l’esistenza di questi disturbi – insieme al fatto che nei test sui sintomi cognitivi «la prestazione di Pifferi è risultata credibile» (a differenza dei test sulla personalità, «non validi e non interpretabili» o per «confusione sul questionario» o per tendenza a dare di sé «una rappresentazione più sfavorevole di quanto sia in realtà») – potrebbero riverberarsi non negativamente anche sulle quattro psicologhe di San Vittore: quelle accusate dal pm (l’11 settembre insieme a Pontenani e al suo consulente psichiatrico) di false attestazioni sullo stato mentale di Pifferi, allo scopo di creare all’epoca i presupposti clinici che giustificassero test psicodiagnostici fuori da buone prassi
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26 agosto 2025
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