di
Marianna Peluso

La lamentela di un genitore che voleva ottenere il pass «saltacoda». Le regole del parco prevedono certificazioni da presentare al desk

Ha scritto un’e-mail a Gardaland per segnalare la disabilità del figlio e richiedere l’accesso agevolato, come previsto per le persone con fragilità. Ma si è visto rispondere che per ottenere il pass «saltacoda» avrebbe dovuto allegare l’intera diagnosi clinica del bambino. È quanto accaduto a Marco M., che ha deciso di denunciare pubblicamente quella che ritiene una richiesta sproporzionata e lesiva della dignità del figlio. L’episodio ha fatto il giro della rete sollevando indignazione e portando alla presa di posizione del Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (Cnddu) che ha parlato di «una lesione della dignità della persona con disabilità e della sua famiglia».

Il regolamento: accesso agevolato con certificazione

In una nota diffusa dal presidente Romano Pesavento, il Cnddu sottolinea che «richiedere la consegna integrale della diagnosi clinica equivale a trasformare il divertimento in un percorso a ostacoli fatto di barriere invisibili, umiliazioni e violazioni della privacy». Gardaland, da parte sua, sul proprio sito spiega che l’accesso agevolato alle attrazioni è garantito, ma subordinato alla presentazione di una certificazione. Si legge nel documento informativo per ospiti con disabilità che «il parco mette a disposizione un servizio di accesso preferenziale alle attrazioni per ospiti con particolari problematiche fisiche, sensoriali o cognitive», e che «tale condizione viene valutata esclusivamente presso il Welcome Desk solo a seguito di visione dell’opportuna certificazione di disabilità».



















































Non previsto l’invio tramite mail

Per quanto riguarda il solo ingresso, invece, le persone con disabilità non autosufficienti hanno diritto all’ingresso gratuito e a una tariffa ridotta per l’accompagnatore, mentre i visitatori con disabilità autosufficienti possono usufruire di una tariffa dedicata. Il nodo sollevato dal genitore riguarda però la discrezionalità con cui viene chiesto l’invio anticipato della diagnosi clinica tramite e-mail, prassi non indicata nei regolamenti pubblici e che è «in contrasto con la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità – aggiunge Pesavento -, che garantisce a tutti l’accesso alla vita culturale e ricreativa senza discriminazioni né mortificazioni burocratiche». L’inclusione è un diritto sacrosanto, ma la sicurezza non è da meno: per Gardaland, conoscere il tipo di disabilità è l’unico modo per valutare rischi, individuando così le attrazioni giuste che coniughino il divertimento e salvaguardia dei più fragili.

La spiegazione di Gardaland

Il parco divertimenti precisa che «la richiesta di documentazione aggiuntiva è stata avanzata esclusivamente in risposta alla domanda dell’Ospite relativa al Priority Pass. La sola Disability Card, così come i certificati riportanti la dicitura OMISSIS, consentono infatti l’ottenimento del solo titolo di accesso (biglietto omaggio o ridotto), ma non sempre contengono le informazioni necessarie per valutare l’accesso ai servizi speciali, come il Priority Pass che Gardaland assicura a chi ne ha reale necessità. Per questo, può essere chiesto all’Ospite di integrare – su base volontaria – con ulteriori certificazioni, al fine di garantire un utilizzo corretto dei servizi e la piena sicurezza degli Ospiti, dei loro accompagnatori e del personale del Parco». Lo scopo di queste misure, spiega Gardaland Resort, è di «ad assicurare che coloro che hanno realmente bisogno di questo supporto aggiuntivo non siano penalizzati da attese più lunghe del necessario» e «garantire a tutti i visitatori una permanenza serena, divertente e sicura, con particolare attenzione a chi ha esigenze specifiche, ponendo la sicurezza come valore fondamentale e imprescindibile».


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26 agosto 2025 ( modifica il 26 agosto 2025 | 18:08)