«Le reazioni avverse da vaccino covid? Sono solo nella vostra testa malata. Fatevi curare». I leoni da tastiera impallidiranno a sapere che questa frase è stata pronunciata dal professor Roberto Burioni, uno dei televirologi più ascoltati e sempre presente in tv. Burioni ha intavolato una discussione con il Comitato Ascoltami, che riunisce in forma organizzata il maggior numero di pazienti con danneggiamento da vaccino covid riconosciuto e no. E per togliersi di dosso il fastidio di parlare con persone che stanno soffrendo davvero e ancora, a oltre quattro anni dall’inizio della campagna vaccinale, ha pensato bene di offendere e denigrare chi ha avuto la vita sconvolta dal vaccino miracoloso.  


I fatti si sono svolti sul canale Facebook del Comitato, presieduto da Federica Angelini e sono stati raccontati dai danneggiati stessi in un comunicato stampa che includeva anche gli screen shot delle parole offensive del “professorone” pesarese, perché, sì, capita anche questo, l’autorevole virologo ha pensato bene di bloccare la conversazione e di cancellare i suoi post, senza però chiedere nemmeno scusa.  


Ecco come sono andati i fatti. «Una settimana fa, abbiamo condiviso un post basato su uno studio clinico – hanno scritto dal Comitato -. Il tema: neuropatia delle piccole fibre dopo vaccinazione anti-COVID, un argomento delicato, affrontato con rispetto, e citando una fonte scientifica molto autorevole». 


Uno dei commentatori ha chiesto l’opinione del dott. Roberto Burioni, taggandolo direttamente e il professore è intervenuto direttamente. Ma la conversazione ha lasciato di ghiaccio i danneggiati: «Il problema è distinguere gli effetti che avvengono dopo il vaccino da quelli che avvengono a causa del vaccino», ha esordito Burioni. Una risposta più che diplomatica dato che il problema principale è proprio quello di collegare la causalità alla temporalità. E per questo il Comitato ha risposto in modo pacato, con un filo di speranza che finalmente anche lui, anche il volto noto della tv potesse prendersi a cuore il dramma di migliaia di persone.  


«È proprio questo che chiediamo da anni – hanno risposto alcuni componenti del Comitato -: un sistema in grado di distinguere davvero». Nel frattempo, hanno però postato nella conversazione alcuni articoli di letteratura scientifica che supportano nello specifico la neuropatia delle piccole fibre oltre ad altre considerazioni come questa (e che trovate QUI e QUI): «Riconoscere la sindrome post-vaccino è fondamentale per garantire a chi ne è colpito cure adeguate, risarcimenti e investimenti nella ricerca». 


A quel punto, però, dalla scienza si è passati allo scherno e all’insulto: «I danni da vaccino a mRNA esistono solo nella vostra testa», ha ribattuto Burioni. E ancora, quasi non contento: «Avete ragione a chiedere ascolto da parte delle istituzioni che dovrebbero darvi conforto in questo disagio mentale». 


Fine della discussione. Burioni ha bloccato il profilo e il confronto con i danneggiati si è chiuso così.  


«L’accusa di avere dei problemi psichici è una delle prime risposte che ci davano i medici dei pronto soccorso 4 anni fa quando ci riversavamo in massa per farci visitare – commenta alla Bussola Federica Angelini –, è sconcertante constatare che in tanti anni e nonostante, nel frattempo, la letteratura scientifica abbia prodotto migliaia di evidenze sugli effetti avversi del vaccino, ci sia ancora chi si permette di offendere con questo tono di saccenza, dall’alto della sua intoccabile posizione di televirologo e super ospite, persone che stanno male nella carne e che chiedono ancora giustizia e ascolto non solo alle istituzioni, ma anche a tutte quelle persone come Burioni che si impancano a luminari della medicina senza però rendersi conto di essere di fronte a malati veri».  


Il Comitato ha poi concluso: «Per noi, il rispetto non è opzionale. A chi ci legge, a chi convive con sintomi ignorati, diciamo con chiarezza: non è immaginazione e non è fragilità, ma è una condizione reale, una sofferenza concreta. E noi continueremo a darle voce. Sempre». 


L’episodio, pur nella sua insignificanza certifica che i danneggiati sono ancora un piccolo esercito di dimenticati dalle istituzioni, che ancora faticano per farsi ascoltare e per farsi prendere sul serio da quella classe medica che per prima dovrebbe piegarsi sulle ferite profonde lasciate dalla vaccinazione anti covid, che non è stata per nulla perfetta come si vuol fare credere.  


PARTE LA CLASS ACTION 

A questo proposito, è di ieri la notizia che il primo Paese a portare avanti una Class action nei confronti di Pfizer sarà proprio l’Italia. É nato ufficialmente il Comitato “Class Action Vaccino Covid” per tutelare chi ha ricevuto il vaccino Pfizer. L’iniziativa nasce per volontà di alcuni cittadini per intraprendere una class action contro l’azienda produttrice del vaccino ritenuto dal neonato comitato difettoso e potenzialmente dannoso. Le adesioni aperte per tre categorie (chi ha ricevuto il vaccino senza avere effetti avversi, chi ha subito danni alla salute dopo la somministrazione del preparato e gli eredi di persone decedute dopo il vaccino) e si chiuderanno il 30 ottobre 2025 salvo il raggiungimento del limite massimo di 1000 ricorrenti.  


Il termine legale per proporre ricorso, presso il tribunale italiano, è fissato al 15 dicembre 2025.  


«Si tratta di un’iniziativa a cui stiamo lavorando da anni e per la quale oggi siamo pronti perché avviare una class action in Italia non è facile, ci sono normative stringenti e molti parametri che vanno rispettati – spiega alla Bussola uno degli estensori, Antonio Porto del sindacato Osa Polizia – e che stiamo portando avanti con un nutrito pool di avvocati di Ali (Avvocati liberi) in grado di supportarci. Il nucleo centrale della class action sono fondamentalmente sugli studi del professore Gabriele Segalla e di Giovanni Trambusti e trova la sua base sull’emersione dei Pzifer Papers che hanno mostrato come l’azienda farmaceutica fosse perfettamente a conoscenza degli effetti avversi dei vaccini».   


Per avere informazioni si può visitare il sito www.classactionvaccinocovid19.org oppure scrivere a info@classactionvaccinocovid19.org e adesioni@classactionvaccinocovid19.org.