Jannik, la passione per le costruzioni e la voglia di migliorarsi un pezzo alla volta

Jannik Sinner ha piazzato il suo primo mattoncino agli US Open: spazzato via il ceco Vit Kopriva. Ha cominciato a costruire una nuova piramide egizia che si restringe man mano che sale. In genere, rimangono in cima solo lui e Alcaraz e uno prova a sbattere giù l’altro. Jannik, come ha raccontato al Corriere della Sera, ama rilassarsi con i mattoncini Lego. A New York si è comprato un modello di Porsche e l’ha assemblata in 5 ore. 

Se a Parigi vestiva blu e verde come Luigi di Super Mario Bros, qui è tutto rosso, come un mattoncino. Non è solo un passatempo, è anche un esercizio spirituale. “Prima avevo il vizio di volere tutto subito. Con un mental coach ho allenato la pazienza, anche attraverso i giochi di costruzione”. Jannik è arrivato in cima al mondo migliorandosi di continuo: ha lavorato su dritto e rovescio, ha cambiato il servizio, la postura in risposta… Ha costruito sul talento, un mattoncino per volta. È la lezione più preziosa per i ragazzi: pazienza e lavoro.

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Prendete David Beckham, vero malato di Lego, a detta di Victoria. Ha passato notti a costruire il Colosseo e il Castello di Harry Potter. Dio gli ha regalato un mattoncino d’oro, il piede destro, ma, a differenza di Sinner, ci ha costruito poco sopra. Come diceva George Best: “Beckham non usa il sinistro, non sa colpire di testa, non difende, segna poco, ma, a parte questo, è bravo”. Invece Jannik, anche ieri, dopo la passeggiata con Kopriva, ha detto al suo coach: “Vagno, prendi un campo”. Per allenarsi, migliorarsi, aggiungere un mattoncino. Lego deriva dalle parole danesi “Legt godt” che significano ”gioca bene”.