Che cosa può cambiare nella vita di una famiglia con 500 euro al mese per tre anni? A Campobasso, l’Ambito Territoriale Sociale (Ats) riapre i termini dell’avviso pubblico per sostenere la socialità e l’autonomia delle persone con disturbo dello spettro autistico e di chi presenta un disturbo del neurosviluppo da malattia rara o su base organica con tratti autistici. Non è un bando simbolico: il contributo, erogato sotto forma di voucher, può diventare un’ancora concreta per interventi educativi e socio-assistenziali strutturati. Ma il numero limitato di posti — tre — apre anche interrogativi sul fabbisogno reale e sulla capacità di risposta dei territori.
RIAPERTURA DELL’AVVISO: COSA PREVEDE L’ARTICOLO 5
La decisione dell’Ats di Campobasso arriva “in considerazione delle risorse economiche ancora disponibili” dopo la pubblicazione dell’avviso “avvenuta lo scorso mese di maggio”. La riattivazione dei termini è prevista dall’articolo 5 dello stesso avviso, che recita: “… si provvederà… ovvero alla contestuale riapertura dei termini del presente avviso fino alla concorrenza massima delle risorse ancora disponibili”. Un passaggio tecnico, certo, ma decisivo per consentire l’accesso a ulteriori tre cittadini a percorsi triennali di sostegno alle famiglie. Nel percorso amministrativo contano anche le date: viene indicato il 9 aprile 2025 come “data della prima pubblicazione dell’avviso”, riferimento che determina la validità della documentazione sanitaria (ne parliamo sotto). Un dettaglio solo in apparenza burocratico, che tutela trasparenza e parità di trattamento.
TRE VOUCHER PER TRE ANNI: A CHI SONO RIVOLTI
Il bando individua tre destinatari di “percorsi triennali di sostegno alle famiglie”, con finalità chiare: promuovere la socialità, sostenere le capacità residue, rafforzare i livelli di autonomia, e favorire l’inclusione sociale e lavorativa. Il focus è sulle persone con “disturbo dello spettro autistico” oppure con “disturbo del neurosviluppo da malattia rara o su base organica” che presentino “tratto autistico”. La misura non è un sussidio generalista, ma una leva dedicata a bisogni specifici. Chi vive la quotidianità dell’autismo sa che la differenza la fanno la continuità degli interventi, la qualità degli operatori, la capacità di costruire routine e relazioni. Ecco perché la durata triennale è un elemento di valore: offre tempo per progettare e verificare, senza l’assillo di bandi a scadenza ravvicinata.
IMPORTO E UTILIZZO: DOVE VALGONO I 500 EURO AL MESE
La misura prevede un contributo mensile di 500 euro per 36 mesi. Il beneficio è riconosciuto sotto forma di voucher “per l’acquisto di servizi e interventi educativi e socio-assistenziali” funzionali agli obiettivi del progetto: dalla socialità all’autonomia, dall’inclusione nel lavoro alle abilità pratiche quotidiane. Il voucher, insomma, è una “moneta” vincolata a servizi: non si traduce in liquidità indistinta ma in opportunità concrete di presa in carico. È una cifra risolutiva? Dipende. In molte realtà italiane, i costi di interventi specialistici possono superare questo importo; ma il voucher può coprire una quota significativa, attivare percorsi strutturati e, soprattutto, stabilizzare un impegno sul medio periodo. In termini di impatto, la differenza sta spesso nella capacità di coordinamento tra famiglia, servizi sociali e rete territoriale.
CHI PUÒ PRESENTARE DOMANDA E CON QUALI CERTIFICAZIONI
Il bando permette di presentare nuovamente la domanda anche a chi era stato escluso in precedenza per carenza di certificazione sanitaria, a una condizione netta: occorre una certificazione che attesti testualmente — senza possibilità di interpretazione — il “disturbo dello spettro autistico” oppure il disturbo del neurosviluppo da malattia rara o su base organica con “tratto autistico”. Sono ammesse: – certificazione di handicap ai sensi della legge 104/1992 – certificato di invalidità – certificato rilasciato da medico specialista del Servizio sanitario nazionale (Ssn) operante presso struttura pubblica o accreditata Attenzione al timing: la certificazione deve essere antecedente al 9 aprile 2025, “data della prima pubblicazione dell’avviso”. Sono invece esclusi dalla possibilità di ripresentare la domanda i soggetti già ammessi al beneficio.
## LA CLAUSOLA DELLA DICITURA TESTUALE: PERCHÉ CONTA UNA PAROLA
Perché tanta insistenza sulle parole esatte? In ambito amministrativo, la dicitura testuale è una garanzia: evita interpretazioni difformi, riduce il contenzioso, assicura che tutti i richiedenti siano valutati con lo stesso metro. Per le famiglie significa una cosa semplice e pratica: verificare che nella certificazione compaiano esattamente le espressioni richieste (“disturbo dello spettro autistico”, “tratto autistico”).
SCADENZE E MODALITÀ: COME FARE PASSO PER PASSO
Il termine per la presentazione delle domande è fissato all’8 settembre 2025, alle ore 12:00. Un orario precisa la chiusura: oltre quel limite, il sistema non potrà accogliere ulteriori istanze. Dove trovare i moduli? L’avviso e la documentazione (compreso il modello di domanda) sono disponibili: – sul sito istituzionale del Comune capofila di Campobasso: www.comune.campobasso.it – sul portale dell’Ats di Campobasso: www.ambitosocialcb.it Serve aiuto nella compilazione? Per informazioni, assistenza e accompagnamento alla domanda ci si può rivolgere agli Uffici di Cittadinanza di ciascun Comune dell’Ats di Campobasso. Un presidio utile, soprattutto quando si deve verificare la completezza degli allegati o sciogliere dubbi sulla corretta intestazione dei certificati. In pratica: – scaricare l’avviso e leggere con attenzione i requisiti – compilare il modello ufficiale – allegare la certificazione sanitaria valida (ante 9 aprile 2025) e gli altri documenti richiesti dall’avviso – inviare secondo le modalità indicate nei siti istituzionali, rispettando la scadenza dell’8 settembre 2025, ore 12:00
TRE POSTI: POCHI O TANTI? IL NODO DEL FABBISOGNO REALE
Tre beneficiari per 36 mesi: la cifra è chiara, la portata è però materia di dibattito. Chi opera nel sociale sa che la domanda supera quasi ovunque l’offerta. E allora, tre posti bastano? Da un lato c’è la virtù della continuità: sostenere pochi ma bene, accompagnando i percorsi nel tempo. Dall’altro c’è l’evidenza del bisogno diffuso, che richiederebbe investimenti più ampi e, soprattutto, strutturali. Qui si gioca la differenza tra misure “a sportello” e strategie di sistema: i voucher aiutano a costruire autonomia, ma funzionano meglio se inseriti in reti solide — scuole inclusive, servizi territoriali accessibili, tirocini protetti, comunità accoglienti. In altre parole, il voucher è il carburante; servono anche motore, guida e strada.
## SGUARDO OLTRE CAMPOBASSO
Molti Comuni e Ambiti in Italia sperimentano da anni strumenti analoghi: piccoli fondi, voucher dedicati, progetti personalizzati. La lezione è duplice. Primo: la flessibilità dei voucher consente di adattare gli interventi alla persona. Secondo: senza una regia integrata (sanità, sociale, lavoro), il rischio è frammentare la risposta. La scelta dell’Ats di Campobasso di prolungare la finestra di accesso, entro i limiti delle risorse, va nella direzione della continuità; resta decisivo monitorarne gli esiti e comunicarli con trasparenza.
DOVE INFORMARSI E RESTARE AGGIORNATI
Per atti, modulistica e aggiornamenti ufficiali: www.comune.campobasso.it e www.ambitosocialcb.it. Per chi cerca un quadro informativo più ampio sul territorio, i media locali — come il quotidiano telematico di informazione regionale isnews.it, che unisce aggiornamento in tempo reale e approfondimenti — offrono un servizio prezioso di orientamento ai cittadini. La domanda finale è inevitabile: quanti altri potranno beneficiare, domani, di misure così mirate? Il bando di Campobasso indica una strada concreta: definire obiettivi, selezionare con criteri chiari, investire sulla durata. L’urgenza, però, è comune a molte famiglie. E la risposta migliore, anche quando parte da tre posti, è far sì che nessuno resti indietro per una scadenza mancata o per una dicitura che non c’era.